Matrimoni, studio: Il cervello può essere allenato a resistere alle tentazioni di infedeltà

Pubblicato il 14 Maggio 2010 - 13:38| Aggiornato il 16 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Perché certe persone tradiscono il proprio partner mentre altre resistono alle tentazioni? Per trovare una risposta, un numero sempre maggiore di ricercatori studia la scienza dell’impegno: i fattori biologici e psicologici.

Dai risultati si ricava che, sebbene esista chi è naturalmente più resistente alle tentazioni, uomini e donne possono imparare a difendere il proprio rapporto e a migliorare le proprie capacità d’impegnarsi.

Hasse Walum, biologo del Karolinska Institute, in Svezia, ha studiato 552 coppie di gemelli per saperne di più circa un gene collegato alla regolazione della vasopressina, un ormone prodotto nel cervello. In genere, gli uomini con una variazione del gene, hanno meno probabilità di essere sposati, e se lo sono, hanno problemi di coppia più frequenti, o una moglie infelice.

Altre ricerche suggeriscono, però, che il cervello può essere allenato a resistere alle tentazioni. John Lydon, psicologo della McGill University di Montreal, in Canada, ha studiato come gli individui reagiscono alle tentazioni. A un gruppo di uomini e donne sposati, posti di fronte a una serie di fotografie, è stato chiesto di valutare l’attrattiva dell’altro sesso. Prevedibilmente, i voti più alti sono andati alle immagini di persone che, secondo la norma, sono considerate affascinanti.

Un’altra ricerca riguarda 300 uomini e donne eterosessuali. Una metà è stata “sollecitata” a tradire, immaginando una conversazione galante con qualcuno ritenuto affascinante. L’altra metà doveva limitarsi a figurarsi un incontro non coinvolgente. Tra gli uomini e le donne, che avevano vagheggiato di flirtare con sconosciuti, sono emerse differenze.

Le donne, in particolare, potrebbero aver elaborato una sorta di “sistema di avvistamento a distanza”, che le mette in guardia contro i pericoli cui è esposto un rapporto. “Gli uomini, è vero, possono sentirsi impegnati, ma le donne hanno, in più, un piano d’emergenza: subire il fascino di uno sconosciuto fa suonare in loro il campanello d’allarme”, spiega il professor Lydon. “Le donne riconoscono in questo una minaccia. Gli uomini, invece, no”.

Il problema è se possiamo allenarci a resistere alle tentazioni. Per questo, gli studiosi hanno indotto degli studenti di sesso maschile a immaginare un incontro con una bella donna durante un weekend nell’assenza delle proprie compagne. Poi hanno creato un gioco di realtà virtuale: due stanze su quattro contenevano immagini subliminali di donne affascinanti. Chi ha cercato di resistere alla tentazione s’è avvicinato a quelle stanze solo il 25 per cento del tempo totale; gli altri, il 62 per cento.

I ricercatori della Stony Brook University hanno sperimentato attività che stimolano l’auto-espansione. Ad alcune coppie sono stati affidati compiti normali, mentre ad altre è stato chiesto di partecipare a esercizi strampalati: ad esempio, legati assieme, strisciare su materassi, o spingere con la testa un cilindro di gommapiuma. Tutto era organizzato in modo che, nelle due prime prove, le coppie non riuscissero a rispettare il limite di tempo, mentre nella terza prova sì, e perciò si offrisse loro un’occasione di festa.

Chi aveva partecipato alle attività più impegnative ha visto rinsaldarsi l’affetto e la soddisfazione di coppia, molto più rispetto a chi non aveva condiviso il senso di vittoria.

La teoria dei ricercatori è che le coppie che esplorano luoghi sconosciuti e provano cose nuove fanno ricorso a sentimenti di auto-espansione, e questo approfondisce l’impegno nel rapporto.

“Iniziamo un rapporto perché l’altro diventi parte di noi, e questo significa espanderci”, spiega il dottore Aron. “Ecco perché gli innamorati restano svegli la notte a parlare, presi dall’emozione. La coppia può ritrovare quelle sensazioni, condividendo attività impegnative ed emozionanti”.