ROMA – Le baby mamme in Italia sono 11 mila ogni anno e rappresentano il 2,1 per cento dei parti. Hanno tra i 15 ed i 17 anni e scelgono per amore di diventare madri. Alla loro giovane età abbandonano la scuola ed i propri sogni per assumersi le responsabilità di una madre. Ma solo il 68 per cento dei baby padri le accompagna in questo cammino riconoscendo il figlio. Ora Sky dedica loro il docu-reality “Babel”, ambientato a Milano, che racconta le storie di queste giovani mamme. L’idea nasce dal rapporto sulle mamme adolescenti di “Save the children”, che ha svelato come il fenomeno delle baby mamme sia in crescita nel mondo. Negli Stati Uniti sono 880 mila le mamme adolescenti ogni anno, mentre in Gran Bretagna rappresentano il 7,1 per cento dei parti, in Austria il 5,8 per cento ed in Francia il 2,6 per cento.
Il fenomeno in Italia riguarda soprattutto le ragazze italiane: lo sono 3 mamme su 4, specialmente al sud dove tra Campania, Puglia e Calabria si registrano il 70 per cento delle nascite. Il fenomeno è in crescita anche al nord, dove le baby mamme sono spesso immigrate di seconda generazione. Crescere un figlio si dimostra spesso un lavoro a tempo pieno. Così il 74 per cento delle mamme ha la licenza media, mentre solo il 21 per cento un diploma ed il 19 per cento un lavoro. Diverso per i padri che restano vicino alle loro partner: il 59 per cento ha una licenza media, il 30 per cento un diploma e l’1,5 per cento è laureato.
Beatrice Coletti, autrice del programma di Sky, ha spiegato: “L’idea è ispirata al rapporto di Save the children sulle madri adolescenti. Abbiamo scelto Milano perché qui sono più attivi i centri sociali, e per dimostrare che la scelta di queste adolescenti non è il frutto di condizionamenti ambientali, ma davvero una scelta individuale. Ragazze che hanno accettato di farsi riprendere nelle loro giornate divise tra la cura dei figli ed il tentativo, difficile, di costruirsi un futuro”.
La docente di psicologia dell’ospedale San Paolo di Milano, Cristina Riva Crugnola, ha raccontato: “Cerchiamo di responsabilizzare le madri e creare tra loro ed il bambino un vero attaccamento. Queste ragazze infatti spesso cercano la gravidanza per darsi un’identità, sperando di ottenere attraverso il figlio un ruolo che non trovano. Accade invece che di fronte alle esigenze di un neonato vadano in crisi, e molte di loro entrano purtroppo in depressione”.