Cesare Lanza ricorda: ieri anticamera da Marcello Dell’Utri, oggi dice arrestato

di Cesare Lanza
Pubblicato il 15 Aprile 2014 - 07:42 OLTRE 6 MESI FA
Cesare Lanza ricorda: ieri anticamera da Marcello Dell'Utri, oggi dice arrestato

Cesare Lanza ricorda: c’è chi ieri faceva anticamera da Marcello Dell’Utri, oggi ne annuncia l’arresto

Una caratteristica comune tra i mezzi uomini, gli ominicchi e i quacquaracquà, è quella – odiosa, detestabile – di correre più velocemente possibile sul carro dei vincenti e discendere dal carro, astutamente, appena si profilino difficoltà per il vincente o, alla peggio, guai in apparenza irrimediabili.

È una debolezza umana, lo so. Perciò preferisco sorridere, piuttosto che indignarmi, quando questo spettacolino si ripete – purtroppo frequentemente.

Oggi il protagonista del tiro al bersaglio è Marcello Dell’Utri: su di lui si scrivono e si inventano le peggio cose. Ricorderò precedenti illustri e meno nobili.

Napoleone, prima di arrendersi a Waterloo, ebbe trionfi e momenti di debolezza, che gli permisero di capire (salvo i rapporti con le donne, questa è un’altra storia) chi fossero i marescialli fedeli e chi e quanti i vermi annidati nell’ombra.

Socrate non cambiò mai le sue idee: furono i giudici, che lo avevano condannato a morte, a offrirgli la possibilità di fuggire. Ma il grande filosofo si rifiutò. Durante la sua vita, e anche dopo, di lui fu esaltata e derisa, secondo convenienze, qualsiasi cosa.

Cesare ricevette la pugnalata perfino da Bruto, amato come un figlio. Mi chiedo cosa sarebbe successo se la pugnalata fosse finita di striscio… Ci pensò comunque la plebe a esaltare Antonio e a mettere in fuga i congiurati.

E il fascismo? Tutti in camicia nera, tutti festanti in piazza Venezia ad applaudire Benito Mussolini dal balcone, tutti antifascisti negli ultimi giorni della guerra, dopo la caduta dell’ex duce.

Non mi va, proprio allo scopo di sorridere, di arrivare ai nostri giorni.

Osservo soltanto che il presidente (sic) Alfano, a capo dell’ennesimo partito che proclama di poter guidare la destra italiana, è stato il primo ad annunciare, con toni trionfali, il presunto arresto di Marcello Dell’Utri a Beirut. Neanche gli spettava: è ministro, risum teneatis, degli interni, non della giustizia.

Sommessamente ricordo che Angelino Alfano, creatura di Marcello, quando i Dell’Utri governavano Publitalia, aspettava graziosamente in anticamera e che il suo successo politico fu dovuto a Berlusconi, puntualmente tradito. Signori miei, anticipo qualsiasi battuta: qui non è questione di destra o di sinistra, di berlusconismo o antiberlusconismo: qui si parla di sensibilità umana, di dignità, di un minimo di lealtà.

E in molti casi anche di capacità di leggere il futuro. Quante volte sono stati celebrati i funerali di Berlusconi e Dell’Utri?

Per me, un amico è un amico per sempre, i mie amori non dipendono dai momenti di fortuna o di disgrazia. Parlo di valori universali, queste miserie umane si verificano nella vita di tutti. Nel mio piccolo, ho avuto qualche successo e qualche scivolone.

È sempre stato un divertimento vedere capire chi mi leccasse le natiche per interesse nei momenti felici, e chi distogliesse la lingua dalle mie natiche per buttarla prontamente su quelle di altri, in altre fasi meno felici. Prima di tirare le cuoia, farò anche qualche nome: sono storie esilaranti, pezzi da teatro.