Congresso Verona, Bruno Perin: “Si è parlato solo della donna, non delle tante famiglie possibili”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2019 - 06:14 OLTRE 6 MESI FA
Congresso di Verona, don Bruno Perin: "Si è parlato solo della donna, non delle tante famiglie possibili"

Congresso Verona, Bruno Perin: “Si è parlato solo della donna, non delle tante famiglie possibili”

ROMA – È ormai consuetudine, in periodi di crisi, registrare posizioni radicalmente contrastanti. Ci sono i cosiddetti reazionari che tendono a riportare indietro le riforme e i progressisti che chiedono di adeguarsi elle evoluzioni della realtà. Il Congresso delle Famiglie di Verona è una delle tante conferme.

Professione in Famiglia – spiega Bruno Perin, vicepresidente dell’associazione Professione in Famiglia – è sicuramente schierata tra i progressisti, non solo a difesa delle tante leggi liberali adottate gradualmente negli anni ma orientata ad evidenziare le contraddizioni in essere e proporre soluzioni che tengano in considerazione tutte le sensibilità culturali ed etiche ma che soprattutto eviti di assumere orientamenti limitativi delle libere scelte personali di ogni individuo.

Le opinioni generate dal Congresso di Verona si sono concentrate esclusivamente sul ruolo della donna nella società e nel nucleo familiare, come se la famiglia fosse una esclusività femminile e non un “nucleo solidale” come scritto nella Costituzione Italiana, dove tutti i componenti hanno pari dignità e ruoli.

Nessuno ha posto il ruolo sociale che ha assunto la famiglia nella crisi economica e politica più lunga della nostra storia, dell’impatto abitativo post patriarcale, dei modelli di integrazione sociale di migliaia di famiglie straniere e del loro ricongiungimento, del progressivo invecchiamento della popolazione e il conseguente problema assistenziale, del calo demografico, della disoccupazione giovanile generatrice di emigrazione, della solitudine e della violenza domestica. Si potrebbero fare tanti Congressi, dibattere sui temi e cercare soluzioni. È più facile però dividersi tra reazionari e progressisti e magari lasciando che il fumo salga e l’acqua scenda nel disinteresse generale”.