Croci e bestemmie in campo, ogm nei campi: un paese di pagani credenti

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 3 Marzo 2010 - 17:18| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

 

Carlo Petrini

 

Un paese di pagani credenti, molto religiosi e poco cristiani. Troviamo naturale ed ovvio che tre calciatori su quattro, quando entrano ed escono dal campo di gioco, si “segnino” con il segno della croce. Ad invocare l’assistenza e il favore di Gesù, Dio Padre e la Madonna (legittimo il dubbio che sappiano dello Spirito Santo) nel cross, il passaggio o il dribbling. Paganesimo nell’accezione peggiore, cioè superstizione superba. Superba nei confronti della divinità che non tifa e non gioca al calcio e si offenderebbe alquanto ad essere arruolata in curva. Questa “offesa” al divino è tollerata come devozione. E, con una qualche contorta coerenza, se si può chiamare Gesù a tirare con noi una punizione o un rigore, non si può pubblicamente lamentarsi con Gesù, Dio Padre e la Madonna se l’arbitro ci fischia contro o se il pallone finisce sul palo invece che in rete. Infatti la bestemmia è punita. Alle telecamere è assegnato il compito della pubblica Inquisizione: devono inseguire, spiare, denunciare la bestemmia e inchiodare il reo. Insomma Gesù, Dio Padre e la Madonna si possono invocare ed evocare come “titolari aggiunti” in squadra ma non si può attribuire loro la “responsabilità oggettiva” della sconfitta. Sublime delirio.

Siamo poi molto religiosi, le opinioni più diffuse sono opinione di fede. Fede e non scienza. Ecco l’argomento genuinamente religioso usato contro la “patata ogm” e contro ogni “modificazione genetica”: “Da sempre gli uomini hanno modificato i geni delle piante, ma hanno usato i sistemi tradizionali”. Se il sistema non è “tradizionale”, allora la modificazione è “diabolica”. Infatti Carlo Petrini non ha dubbi sull’azione e sulla presenza del diavolo in terra: “Le multinazionali”. Tipicamente religioso sono il richiamo e la fede nella “natura originaria”. Non la mucca, non la pecora, non il grano o il riso che conosciamo e usiamo sono “naturalmente originari”. Nel corso dei secoli l’uomo ha modificato fauna e flora. E, quando non ci pensava l’uomo, ci pensava la selezione delle specie. Eppure abbiamo “fede” in una “natura” che non c’è. Anche la Chiesa cattolica è più pragmatica della fede nella natura: il Vaticano non “scomunica” gli ogm, si chiede a cosa servono e se servono a sfamare, allora la Chiesa li accoglie. Religiosa è la dissimulazione della questione scientifica ed economica. Scientifica perché è la scienza e non altro che sugli ogm deve pronunciarsi. La scienza e non la religione del “cibo nazionale” osservata dal ministro Zaia ed officiata da Carlo Petrini. Questione economica perché con l’introduzione degli ogm alcuni legittimi interessi in agricoltura vanno a rimetterci. Altri, altrettanto legittimi, vanno a guadagnarci. Ma nessuno la mette così: religiosamente si divide il campo della pianta del “bene” dal campo della pianta del “male”.

Religiosissimi ma poco o nulla cristiani. Chiamati a dire se hanno fede, l’ottanta e passa per cento degli italiani dicono che sì, certamente credono. Chiamati a dire in cosa credono, il 75 e passa per cento dei credenti non sa definire in “cosa” crede. E quel qualcosa raramente ha i connotati, i fondamenti, per non dire dei valori, del dio cristiano. Mischiamo a casaccio croci e bestemmie, ascoltiamo profeti, rendiamo omaggio a profezie, eleviamo ed onoriamo idoli, sacrifichiamo alla “dea natura”. Almeno saperlo quel che davvero facciamo.