Curriculum, 1 su 3 sbagliato, aziende cestinano: i 5 errori da non fare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Dicembre 2014 - 11:28 OLTRE 6 MESI FA
Curriculum, 1 su 3 sbagliato, aziende rinviano al mittente: 5 errori da non fare

Curriculum, 1 su 3 sbagliato, aziende rinviano al mittente: 5 errori da non fare

ROMA – Curriculum, 1 su 3 sbagliato, aziende rinviano al mittente: 5 errori da non fare. Ogni tre curriculum vitae presentati alle aziende in vista di un’assunzione non viene nemmeno preso in considerazione perché il responsabile delle risorse umane cestina: non si capisce il percorso cronologico delle esperienze formative e professionali del candidato, in primo luogo. Poi stonano certe fotografie modello selfie, decisamente fuori contesto.

Invitati dall’Università Ca’ Foscari per la settima edizione del Career Day, i recruiter di 30 aziende (Cameo, Toyota, P&G e H&M fra le altre) hanno elencato gli errori più ricorrenti, i passi falsi, le informazioni autolesioniste. Un catalogo ragionato dal quale si possono estrarre i 5 errori che un candidato all’assunzione non deve fare.

Le trenta compagnie contattate dall’università veneziana ricevono tra le venti e le cinquanta candidature a settimana. Sono cinquantamila curriculum l’anno, buona base statistica. Otto su dieci vanno subito alla sintesi del profilo e alla descrizione degli obiettivi professionali: bisogna indicare presto le competenze da offrire, provare a metterle in sincrono con il ruolo ricercato dalle aziende.

Il 71 per cento delle “company” ritiene un’indicazione sovrastimata dei ruoli ricoperti un elemento che compromette l’esito della candidatura. «Non puoi fare tre mesi di stage in azienda e qualificarti come responsabile del marketing», spiega la Benedetti, «purtroppo accade». I recruiter sono falchi addestrati a cogliere l’autovalutazione gonfiata. (Corrado Zunino, La Repubblica)

Attenti alla sintesi del profilo. Il riepilogo delle proprie esperienze di formazione e professionali va fatto con grande accuratezza. E’ la prima cosa che guarda un recruiter (nel 78%): vuole vedere subito quali siano gli obiettivi professionali del candidato.

Non esagerate con le competenze. Nella valutazione del curriculum, le aziende (il 67%) preferisce che il candidato indichi competenze in linea con il ruolo offerto. Ma non esagerate: il 71% dei recruiter considera la sovrastima del proprio profilo un cattivo messaggio sulla propria persona e cestina. Fra l’altro, mandare un curriculum anche in russo o in cinese per far bella mostra della vostra padronanza della lingua è un segnale preciso per l’azienda: consideratevi già trasferiti verso le steppe.

Non mettete vostre fotografie in spiaggia o in discoteca. Non importa quanto siate fotogenici in quello scatto in riva al mare davanti a un magnifico tramonto: state cercando lavoro, un recruiter su quattro ritiene che una fotografia inadeguata al contesto pregiudica il buon esito della candidatura.

Occhio ai social network. Un recruiter su 2 cerca informazioni anche sui social. Di preferenza Linkedin, ma capatine su Facebook sono all’ordine del giorno. Occhio ai post: il recruiter va a caccia di giudizi inerenti all’azienda.

Non presentate vesti grafiche sciatte. Un curriculum confezionato con una veste grafica personalizzata è apprezzato, è un buon biglietto da visita. Non c’è un a regola precisa. Va sfatato, per esempio, il mito secondo cui le aziende preferiscano l’Europass al tradizionale elenco cronologico.