Donne, femminismo e dignità: nasce il manifesto “anti-velina”

Pubblicato il 29 Giugno 2010 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA

Le veline di Striscia la Notizia

Intellettuali, femministe, attrici, scrittrici, precarie, tutte insieme, hanno dato vita ad un “movimento anti-velina” che sia capace di incidere sulle scelte del Paese e cambiare ruolo e immagine femminili in Italia. A presentare il movimento, battezzato “Di Nuovo”, è un documento d’accusa che sprona le donne italiane a cercare, di nuovo, la propria dignità e denunciare un modello ormai diffuso nel nostro paese, che identifica la donna tipo con le “veline” e con le “escort”. A comporre il movimento sono donne di varie estrazioni sociali, tutte “scioccate dalla cronaca dell’estate godereccia della politica che anticipò quella giudiziaria, preoccupate dei movimenti ‘tettonici’ in tv ma anche e soprattutto delle opportunità negate e dell’immagine del femminile che, spacciata per spregiudicata e libera, offende i principi del rispetto e del buon gusto, nascondendo crescita professionale, civile, culturale”.

L’occasione per presentare il movimento e il documento delle neo femministe “anti veline” sarà lo spettacolo di Cristina Comencini “Libere”, sul femminismo appunto, che verrà a sua volta presentato il 2 luglio all’Accademia di danza di Roma. “In Italia c’è il tasso di lavoro femminile più basso d’Europa – dice la Comencini nello spot del suo ultimo lavoro – Le donne vengono pagate a parità di mansioni e preparazione meno degli uomini. La televisione pubblica italiana espone il corpo delle donne come non accade in nessun altro Paese europeo. Le donne non hanno nessun aiuto per scegliere di avere un bambino. Nessun governo italiano ha mai fatto una politica per le donne”.

L’idea del movimento, spiega la Comencini, non è nata “per fondare un partito delle donne, ma un movimento capace di influenzare le scelte dei partiti”. Con lei ci sono, tra i nomi più conosciuti, Maria Serena Sapegno, Licia Conte, Iaia Caputo, Sara Ventroni, Anna Maria Mori, Francesca Izzo, Anna Maria Riviello e la protagonista della pièce, Savino.

“La nostra voce fatica a farsi sentire – spiega Francesca Izzo, 60 anni, femminista della prima ora, un tempo coordinatrice donne Ds – perché siamo tante, ma non siamo organizzate. Esistono associazioni e realtà sparse, forze e intelligenze, che non riescono ad affermarsi come punto vista autorevole proprio perché frammentate. Per questo vogliamo metterle in Rete e creare una grande associazione, un movimento riconoscibile in grado di incidere nelle scelte, contare. Per parlare alle donne useremo anche il teatro che, come il documentario o la letteratura, arriva al grande pubblico e alle coscienze. Poi ci saranno gli incontri, nelle università speriamo, nelle scuole, nei quartieri”.