Il “male di vivere” degli adolescenti? Si cura con Facebook e Twitter

Pubblicato il 12 Maggio 2012 - 18:18 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – Per il 'male di vivere' degli adolescenti arriva il sostegno psicologico via social network. Il progetto 'Social net skills' sta per partire in Toscana che e' la regione capofila, grazie ad un finanziamento di 400 mila euro del ministero della Salute, ma e' destinato ad estendersi anche a Lombardia, Liguria, Puglia, Lazio, Umbria, Emilia Romagna e Campania.

Hai incomprensioni con i genitori, con la fidanzata o gli amici? Sei stato preso di mira da un gruppetto di bulli? La scuola o gli insegnanti non ti vanno bene? Per dare una risposta a questi e tanti altri problemi, se hai meno di 20 anni, a darti una mano saranno i tuoi stessi coetanei, grazie al primo servizio pubblico gratuito di aiuto psicologico attraverso un social network.

Il progetto, della durata di due anni, consente la formazione di ragazzi che saranno in grado di attivare percorsi di auto-aiuto e counseling online su Facebook e su Twitter ma anche di Pinterest, il nuovo social network basato sulle immagini che spopola soprattutto tra le ragazzine.

A chattare o comunicare online con i coetanei saranno solo under 20 che, quando necessario, potranno poi ricevere il supporto di senior psicologi, medici o esperti di comunicazione. In aiuto, oltre alla chat line, anche un servizio e-mail, un 'telefono amico' via Skype, una pagina in rete continuamente aggiornata su spazi, eventi, feste, promozioni per giovani e giovanissimi.

Sul profilo di social network saranno inoltre affrontati i problemi piu' ricorrenti degli adolescenti, dalla sessualita' all'alimentazione, dall'affettivita' ai problemi di consumo di sostanze alcoliche o altro. Al web come occasione per interagire, in Toscana, si aggiungera' anche un programma diffuso sul territorio fatti di incontri nelle scuole, nei pub, nelle discoteche o in altri luoghi per il divertimento sui diversi fattori di rischio, dal tabagismo alle droghe. Destinatari, in questo caso, non solo i giovani ma anche i gestori dei locali, le scuole, gli insegnanti, gli operatori e gli amministratori.

''Abbiamo gia' sperimentato piu' volte l'educazione 'peer to peer', da pari a pari – afferma l'assessore toscano al diritto alla salute, Daniela Scaramuccia – e abbiamo verificato che, quando si tratta di adolescenti, e' la piu' efficace. Un ragazzo ascolta molto piu' volentieri un coetaneo, che magari ha fatto le sue stesse esperienze, piuttosto che un adulto''.