India, no al film su Lady Mountbatten e Jawaharlal Nehru: “Sarebbe un sacrilegio”

Pubblicato il 22 Settembre 2009 - 19:01 OLTRE 6 MESI FA

Jawaharlal Nehru e Lady Mountbatten

Jawaharlal Nehru, per gli indiani uno dei padri della patria, fu legato da una storia d’amore con lady Edwina Mountbatten,  moglie di lord Louis Mountbatten ultimo viceré dell’ India, cugino di Giorgio VI, di Elisabetta II e del principe Carlo, del quale è stato una specie di precettore esercitando su di lui una notevole influenza.

Per molto tempo, la storia tra Nehru e Edwina era un gossip limitato ai circoli più ristretti dell’aristocrazia mondiale; negli ultimi anni, un po’ per la distanza degli eventi, un po’ per l’allentarsi della censura in Inghilterra, le voci hanno cominciato a essere portate a conoscenza del grande pubblico, accompagnate dalla domanda se il legame tra i due personaggi fosse stato solo una «amicizia particolare» o qualcosa di più. Tutti infatti sapevano che anche il marito di lei  ne parlava in termini quasi orgogliosi:  la sua bella Edwina e l’ uomo che con l’ indipendenza sarebbe diventato primo ministro dell’India erano solo una «coppia adorabilmente dolce».

Poi, di recente,  ha parlato una figlia dei Mountbatten, Pamela, ormai ottantenne, che in un libro ha confermato definitivamente che tra la madre e Nehru c’è stata una relazione vera e propria.

Tema ghiotto non solo per gli editori di libri, ma anche come soggetto per un film, al punto che il colosso americano Universal aveva deciso di farne un film, con un cast di primo livello, tra cui Cate Blanchett e Hugh Grant. Titolo: “Indian summer”, che in inglese è anche un riferimento a quella che da noi si chiama estate di San Martino, un titolo adatto a una passione travolgente tra due persone già avanti negli anni. La Universal prevedeva di presentare nelle sale la pellicola nel 2011: il regista sarebbe stato Joe Wright, quello di “Orgoglio e Pregiudizio” e come consulente storico Wright aveva voluto il biografo ufficiale di Nehru, MJ Akbar.

Cate Blanchett

Per ragioni evidenti come la necessità di avere una grande quantità di attori indiani e come il minor costo delle riprese a Bollywood e forse anche per ragioni meno trasparenti come quella di avere dei contributi dal Governo indiano il film si doveva girare in India. E qui è arrivato lo stop dal Governo indiano.

Per il governo di New Delhi parlare degli eroi della patria in termini cinematografici è qualcosa simile ad un sacrilegio: Nehru è un padre della patria e quindi è un intoccabile.

Il governo indiano ha infatti chiesto di vedere il copione per verificare se «l’ amicizia» tra i due personaggi venisse mostrata nella luce appropriata e «senza volgarità»: solo a queste condizioni avrebbe dato il nullaosta. Il film invece, nelle intenzioni degli autori sarebbe stato  basato proprio sull’aspetto passionale dell’amore tra Edwina e Jawahrlal.

Il tema è peraltro controverso tanto che il consulente ufficiale del film,  il biografo di Nehru, MJ Akbar, si è posto in maniera critica nei confronti della storia d’amore: «Tra di loro c’era una grande amicizia, ma non spetta a noi dire a che punto l’ amicizia diventò qualcosa di più». MJ Akbar aggiunge che «erano due esseri umani in un momento storico estremamente difficile. Jawaharlal era sicuramente attratto da lei e a sua volta era attraente. Lui le voleva bene, ma credo che sia giunto il momento di dimenticare queste cose». In India precisa Akbar, la vita sessuale dei leader politici non è di interesse come lo è diventata di recente e morbosamente  in Gran Bretagna.

L’ amore tra i due iniziò nel 1947, Edwina e Nehru si trovarono subito in sintonia, ma da questo affetto non era escluso neanche Lord Mountbatten. La figlia Pamela racconta: «Mia madre ebbe diversi amanti, una cosa che mio padre imparò a tollerare. Con Nehru, invece, formavano un terzetto pieno di allegria». Pamela porta come altra prova del loro amore, le parole scritte da Nehru ad Edwina dieci anni dopo l’ indipendenza: «Improvvisamente capii (forse lo capisti anche tu) che eravamo legati da un sentimento più profondo, che una forza incontrollabile, di cui ero vagamente conscio, ci attirava l’ uno all’ altra, una scoperta che mi ha stravolto e allo stesso tempo mandato in estasi. Da allora ci siamo parlati con più intimità, come se un velo fosse stato rimosso permettendoci di guardarci negli occhi senza paura o imbarazzo».

Il sentimento era forte, ciò è confermato anche dagli eventi storici prima che dalle voci: quando Edwina nel 1960 morì, Nehru fece approvare dal governo indiano una risoluzione di condoglianze e inviò una nave al funerale in mare organizzato da Lord Mountbatten.

Mountbatten è ricordato dalla storia come un eroe per avere guidato l’esercito britannico in Birmania contro i giapponesi e come un ingenuo per avere ceduto alle pressioni di un leader musulmano, contro il parere di Gandhi e di Nehru, concedendo la spartizione dell’ex colonia in due stati, India e Pakistan. La conseguenza immediata fu una gigantesca pulizia etnica in cui morirono milioni di persone. Da quella infelice scelta sono derivati sessant’anni di guerre, morti e l’attuale situazione in Pakistan e Afghanistan. Mountbatten venne assassinato dall’ Ira  nel 1979: aveva sposato Edwina Cynthia Annette Ashley, nel 1922 e da lei  ebbe due figlie: Patricia e Pamela, la seconda è appunto l’autrice di un libro sulla relazione tra la madre e Nehru.