La battaglia di Mignanego, Termopili genovesi

Pubblicato il 27 Agosto 2010 - 06:00| Aggiornato il 28 Agosto 2010 OLTRE 6 MESI FA

da: Wikipedia

Gli avvenimenti che portarono alla costruzione del santuario si inquadrano nella complessa vicenda storica della prima metà del XVII secolo, che vide numerosi conflitti tra le principali potenze europee dell’epoca. I primi decenni del secolo videro la lotta tra Francia e Spagna per la supremazia nel nord Italia.

Il duca di Savoia Carlo Emanuele I, desideroso di ampliare i confini del proprio stato e di conquistare uno sbocco sul mare, nel 1622 si era accordato con i francesi per invadere e spartirsi il territorio della Repubblica di Genova, a quel tempo alleata con la Spagna.

Nel 1625 il duca, sceso in Liguria con un esercito franco-savoiardo di oltre 10.000 uomini, dopo aver occupato con relativa facilità parte della riviera di ponente e diverse località dell’Oltregiogo (Acqui, Novi, Ovada, Rossiglione, Gavi e Voltaggio), arrivando fino a Savignone, nei Feudi Imperiali della famiglia Fieschi, ritenne di poter facilmente invadere Genova, a quei tempi sprovvista di fortificazioni a monte, penetrando nella val Polcevera attraverso il passo del Pertuso.

Il 10 maggio 1625 l’esercito franco-sabaudo mosse a sorpresa verso il passo. Ma la mossa non sfuggì a Stefano Spinola, Commissario d’Armi della Valpolcevera, che vi si portò con un drappello di soldati, affiancati da volontari polceveraschi guidati dal parroco di Montanesi Giovanni Maria Lucchini e da alcuni banditi arruolatisi nelle file dei difensori della Repubblica di Genova con la promessa della grazia al termine del conflitto, capeggiati da un certo Giambattista Marigliano.

Inaspettatamente questo esercito raccogliticcio, combattendo valorosamente con la forza della disperazione e favorito dall’asprezza del luogo, costrinse le truppe franco-savoiarde a ritirarsi. Nel corso dei combattimenti lo stesso duca fu sfiorato da un colpo di archibugio, che uccise un suo segretario. Questa vittoria, che aveva dello straordinario, fu subito attribuita dai genovesi all’intervento miracoloso della Madonna, che sarebbe apparsa in sogno a don Lucchini, incoraggiandolo a resistere ed avrebbe compiuto diversi prodigi in favore dei resistenti polceveraschi.

In realtà, quando il duca decise quest’ultima sortita le sorti della guerra non volgevano più in suo favore, per contrasti intervenuti con il comandante militare francese (il vecchio duca di Lesdiguières, da lui accusato, probabilmente a torto, di essersi fatto corrompere dai genovesi) riguardo alla condotta delle operazioni militari e i mancati rifornimenti di vettovaglie per le truppe. Inoltre, proprio mentre il duca tentava di forzare il passo del Pertuso, era arrivata la notizia che una flotta spagnola era giunta nel porto di Genova, precedendo le unità navali francesi, mentre un esercito spagnolo, forte di 20.000 uomini, guidato dal Duca di Feria, governatore spagnolo di Milano, stava muovendo in soccorso degli alleati genovesi.

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