L’amore al tempo della sex-addiction: Tiger Woods insegna

Pubblicato il 22 Gennaio 2010 - 13:27| Aggiornato il 25 Gennaio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Tiger Woods

Per le celebrità, farsi ricoverare in una clinica del sesso sembra essere un must quando si è accusati di infedeltà. Ma è una vera patologia o semplicemente una scusa conveniente?

È successo ultimamente a Tiger Woods, ad esempio: ha tradito ripetutamente la moglie, lei lo ha scoperto, lo ha lasciato e gli ha rovinato vita e reputazione pubblicamente. Lui, «lo sconfitto», si dice addirittura «malato». E un malato va curato. Nella clinica del sesso.

Secondo quanto pubblica il New York Post, Woods dovrà rimanere nel centro di riabilitazione per ‘drogati’ di sesso per un periodo di sei settimane, come previsto dal programma di disintossicazione messo a punto per lui. Il programma, tra l’altro, prevede un confronto diretto e prolungato (una settimana) con il proprio partner, e secondo il tabloid newyorkese la moglie di Woods, Elin Nordegren, avrebbe accettato di partecipare alla terapia messa a punto per il marito.

La dipendenza dal sesso o sexual addiction è comunque considerata una malattia. Con questo termine si intende un’eccessiva preoccupazione verso il pianeta sesso, e la presenza di persistenti pensieri che spingono la persona a intraprendere attività sessuali ripetitive e compulsive, anche contro la sua stessa volontà.

«Nella testa del dipendente sessuale non c’è posto per il mondo dell’altro», ha commentato il sessuologo Willy Pasini, psichiatra e docente alla facoltà di medicina dell’Università Statale di Milano.

«Il fuoco che divampa nel profondo di chi è preda della dipendenza sessuale brucia qualsiasi interazione col compagno. La corte? Macché: roba del tutto inutile. I bisogni dell’altro o dell’altra? Secondari. Quello che davvero conta è appagare la propria voglia di sesso».