“Anziani, benestanti, testimonial ideali”: arrivano i “Mappies”, gli ex “baby boomers” che ora hanno 65 anni

Pubblicato il 3 Gennaio 2011 - 18:50| Aggiornato il 4 Gennaio 2011 OLTRE 6 MESI FA

La "Mappie" Susan Sarandon

Maturi, abbienti e con tempo per spendere: debuttano i Mappies, nuova tribù sociale su cui stanno puntato i riflettori gli esperti di marketing. I primi nati della generazione del baby-boom arrivano quest’anno al giro di boa dei 65 anni, tradizionalmente l’età della pensione, ma ben pochi di loro hanno intenzione di tirare per questo i remi in barca. Mappies sta per Mature, Affluent, Pioneering People Testimonial, tra gli altri, Susan Sarandon (ancora sexy a 64 anni) e il sempreverde Mick Jagger (67), sono gli yuppies di un tempo, però cresciuti: non più giovani, anzi anzianotti, spesso non più urbani ma trasferiti nei ‘suburbs’ residenziali, molti (ma ancora per poco) restano professionisti anche se con la pensione dietro l’angolo.

Il Daily Telegraph ha tenuto a battesimo oggi la nuova categoria che per la verità ha origini svedesi. In Svezia esiste già una rivista tutta dedicata ai Mappies, ‘M’ il cui mantra è che i 60 sono i nuovi 40. Secondo il quotidiano britannico saranno loro la nuova forza sociale del prossimo decennio, così come gli yuppies lo sono stati negli anni Ottanta e i Dinkies (Double Income, No Kids Yet) lo erano per i Novanta. ”Ancora poco tempo fa a 50 e 60 anni la gente pensava di rallentare. Non è più così. Una delle ragioni è che si vive più a lungo e si sta meglio in salute. Ci si sposa più tardi, si hanno figli più tardi. E quella che un tempo era considerata l’inizio della vecchiaia oggi è la piena mezza età’, ha spiegato al Telegraph Anastasia de Waal del think tank Civitas.

La nuova tribù arriva alla ribalta mentre la generazione del baby boom – quella venuta alla luce tra 1946 e 1964 quando l’avvento della pillola freno’ il boom delle nascite – supera una soglia epocale: sabato scorso Kathleen Casey-Kirschling, il ‘volto’ dei boomers perché nata un secondo dopo la mezzanotte del primo gennaio 1946, ha compiuto 65 anni. è un compleanno dalle implicazioni che vanno ben oltre le candeline spente sulla torta dalla ancora arzilla nonnina del New Jersey, una ex insegnante, che tre anni fa ha chiesto di poter cominciare a incassare l’assegno della pensione sociale alla Social Security Administration per potersi dedicare anima e corpo ai sinistrati di Katrina.

Secondo il Pew Research Center per i prossimi 19 anni circa 10 mila baby-boomers americani al giorno passeranno attraverso la stessa soglia. Ben provvisti finanziariamente (nonostante la crisi è nelle loro mani l’80 per cento della ricchiezza del paese), narcisisti al limite dell’egoismo, molti di loro, vuoi grazie alla palestra o al Botox, non hanno alcuna intenzione di passare ad altri il testimone di quello che considerano un loro diritto: la giovinezza. Questo significa che solo negli stati Uniti 79 milioni di figli del baby boom, il 26 per cento della popolazione del paese, ridefiniranno nei prossimi anni cosa significa essere anziano: un vero e proprio tsunami d’argento destinato a mettere a durissima prova la tenuta della contabilità pubblica.