Messaggi “disonesti”: si dicono più bugie a chi non può vederci

Pubblicato il 21 Dicembre 2011 - 19:09 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I messaggi inducono a mentire. Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Business Etichs secondo cui chi manda un messaggio più facilmente cadrà nella tentazione di dire una bugia. Le conversazioni più oneste invece sono quelle in video chat. Lo studio è stato condotto su 140 studenti, divisi in venditori e compratori. I venditori avrebbero ricevuto degli incentivi finanziari per dei prodotti che in una settimana avrebbero perso il 50 per cento del proprio valore. I venditori che hanno usato messaggi di testo per organizzare la vendita sono stati i più disonesti, pur di portare a termine l’affare. Durante le conversazioni in video con il compratore invece hanno mostrato una maggiore onestà.

Secondo i ricercatori inviare un messaggio od una mail nasconde gli indizi fisici ed emozionali che potrebbero rivelare la disonestà, riguardante sulla qualità del prodotto. Il contatto visivo e la gestualità nervosa associata al mentire non tradiscono nei messaggi, ma possono essere colti nel caso di video chat. Una sorpresa per i ricercatori è stata apprendere che i “compratori” dello studio erano più arrabbiati per le menzogne via messaggio, piuttosto che per quelle “faccia a faccia”.

Ronald Centelli, professore della Sauder School of Business all’università della British Columbia, ha spiegato: “Ciò che abbiamo osservato è che nella costruzione del rapporto tra venditore e compratore c’è una certa fiducia veloce se si parla faccia a faccia, situazione che agisce come un tampone o una sorta di vaccino contro le reazioni negative. Le persone risultano sconvolte e arrabbiate se gli si mente guardandole in faccia, ma lo sono ancora di più se la menzogna arriva con un mezzo di comunicazione più snello come un messaggio”.