Milano, chi sono gli “arancioni di Pisapia”?

Pubblicato il 9 Giugno 2011 - 20:50 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Con buona pace di griffe e stilisti, è l’arancione il colore della primavera a Milano. È con questo colore, meno storicamente compromesso di altri, che si sono identificati alle scorse amministrative i sostenitori di Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris, i due candidati outsider usciti vincitori dall’ultima tornata elettorale. Era il colore dominante nella festa in Duomo la sera dell’elezione di Pisapia ed è il colore che curioso spunta dalle tasche e dalle giacche dei supporter del neosindaco.

È a loro, reali artefici di una campagna elettorale altrimenti senza scosse (eccezion fatta per lo spiacevole episodio del dibattito su Sky), che appena eletto Giuliano Pisapia ha rivolto il primo sentito ringraziamento: “abbiamo vinto con l’allegria, l’ottimismo, l’ironia. Ci hanno irriso, offeso, insultato. Ma abbiamo reagito con la forza della ragione e l’ottimismo della volontà. Vi chiedo di non lasciarmi mai perché senza di voi non si può vincere”.

È su questo popolo di vincitori a sorpresa che si concentrano da settimane le attenzioni di analisti e commentatori, chi sono, cosa vogliono, cosa fanno? Sì certo, portano i sandali Birkenstock in estate e le Clarks in inverno, comprano i libri alla Feltrinelli, o meglio in piccole botteghe di quartiere, mangiano bio, differenziano maniacalmente i loro rifiuti, guardano i film di Nanni Moretti e Woody Allen ma, oltre a queste note di colore, che Italia vogliono?

Di certo un’Italia “Berlusconi- free”, attenta all’ambiente, e legata saldamente alla Costituzione del ’48; sono di sinistra certo e si turano il naso da anni, guidati dall’antiberlusconismo ma, in fondo in fondo, se potessero scegliere preferirebbero Nichi Vendola al compassato segretario del Pd, oppure, per contraltare, l’Italia pratica e spiccia che disegna, dalla sua Firenze, Matteo Renzi.

In attesa di vederla davvero, prima o poi, questa Italia nuova, si accontentano dell’imprevista e inaspettata Milano che, d’improvviso, sentono più loro e nella quale persino i tram, con il loro tradizionale colore Atm, paiono più amichevoli.