Milano, l’università come un quiz tv: a lezione si risponde con il “telecomando”
I ragazzi, all’Università Bicocca di Milano, non alzano più la mano per dare una risposta. Sono immersi in un gigantesco quiz chiamato “università” e hanno con sè un telecomando. Se vogliono rispondere digitano il numero corrispondente alla loro scelta e immediatamente la loro decisione viene proiettata su uno schermo, di fronte a tutti.
Addio vecchia scuola, dunque, il nuovo sistema – dal costo di circa seimila euro per software e 120 telecomandi, al momento sperimentato solo nelle aule dell’università milanese – si chiama “student response system”.
Una procedura dalle mille possibilità, che permette non soltanto di dare la propria risposta a una domanda a risposta multipla con un semplice clic ma anche di visualizzare in un attimo l’andamento scolastico dell’intera classe, percentuale di errore compresa. Uno strumento che consentirà ai professori di stimolare gli studenti e di capire sul momento quanto sia stata davvero compresa dall’aula una lezione appena svolta.
Il «televoto» a lezione è stato importato dal professor Paolo Galli: «Lo spunto — racconta — è arrivato da alcuni master in farmacia. Nell’alta formazione certi strumenti vengono utilizzati da tempo». «Quando noto tante risposte sbagliate torno sull’argomento e spiego un’altra volta, le verifiche sono continue. Certo, la tecnologia da sola non basta a garantire una lezione di buon livello. Ma tutti sono più attenti e in futuro il metodo potrebbe essere esteso anche in sede d’esame, almeno in parte».
Unico apparecchio nelle mani dello studente, un telecomando, un keypad da usare a ogni domanda, come dire: il dito più veloce risponde e tutti i risultati compaiono all’istante. La nuova tecnologia appare anche un antidoto alla timidezza, un modo per far rispondere tutti, ma proprio tutti e non solo i più scaltri o estroversi.
A sperimentare il “quiz” oggi sono i corsi di Ecologia della facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, e di Patologia generale e Immunologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
«Volendo — spiega Paolo Galli, docente di Ecologia — si possono anche ottenere i dati sul singolo studente: il software lo consente». In questo modo «all’esame non ci sono sorprese, sappiamo già quanti ragazzi ci hanno seguito fino in fondo». «È impossibile — aggiunge Maria Luisa Lavitrano, docente di Patologia generale e Immunologia a Medicina — riuscire a catturare lo sguardo di tutti». E’ così che subentrano le nuove tecnologie: bastano un centinaio di telecomandi e a metà lezione può partire il momento del quiz che «accende l’attenzione e fa divertire tutti».
I ragazzi cosa ne pensano? Soddisfazione completa, almeno per ora: rimangono attenti, assistono alla lezione ma nell’anonimato, nessuna figuraccia. «Ci sentiamo tutti uguali», dicono.