New York/ E’ morto Charles Gwathmey, architetto modernista noto per aver reinterpretato Le Corbusier. Tra le sue opere c’è anche il Guggenheim museum

Pubblicato il 4 Agosto 2009 - 21:25 OLTRE 6 MESI FA

gwathmeyCharles Gwathmey era un architetto americano molto noto: lunedì 3 agosto all’età di 71 anni è morto a causa di un tumore. Faceva parte di una generazione di architetti considerati i maestri del “Movimento moderno”, uno stile che era nato agli inizi del secolo scorso con Le Corbusier.

Tra i suoi clienti, ci sono stati Steven Spielberg, David Geffen e Jerry Seinfeld: i suoi progetti prevedevano la creazione di ampi spazi dalle forme geometriche con arredamenti di lusso. Il suo primo appartamento realizzato per una persona famosa è  per l’attrice Faye Dunaway nel 1969: tra gli altri edifici importanti, oltre a quelli privati, ci sono scuole e musei che a detta di molti si miscelano a fatica nel tessuto urbano. Ecco alcune sue opere: il Centro Internazionale di Fotografia di Midtown Manhattan, il Museo del Moving Image in Astoria nel Queens, il Guggenheim Museum a Manhattan, l’Astor Place nell’ East Village e l’ampliamento del Fogg Art Museum della Harvard.

Molti dei suoi clienti si rivolgevano a lui anche per la realizzazione della seconda o terza casa. Spielberg ha dichiarato in un’intervista: «Ogni volta che volevo realizzare qualcosa sulla costa orientale, la prima persona che contattavo era Charlie».

«Un sacco di gente saltò sulla nave, ma Charlie è stato sempre  fedele al Modernismo», dice Peter Eisenman  architetto anch’esso Modernista e amico di Gwathmey. Cynthia Davidson invece è l’editrice del giornale “Any: Architecture New York” che dedicò a Gwathmey un numero intero nei tardi anni ’90: «C’è molto interesse per il lavoro di Charlie tra le giovani generazioni di architetti».
Con Richard Henderson, Gwathmey progettò la casa dei suoi genitori sulla East End di Long Island. Completata nel 1966 per un costo di 35 mila dollari, casa Gwathmey attirò folle di visitatori: l’architetto, la descrisse come «un piede di cedro composto da cubi, triangoli e cilindri. È un blocco solido scolpito che torna alla sua essenza, alla sua presenza primaria. Volutamente essa non si integra con la natura circostante».
Sebbene siano fastose, le opere di Gwathmey rappresentano appieno la personalità dell’architetto: sembrano dire «questo è quello che sono» e soprattutto anticipano l’utilizzo degli angoli e delle curve realizzate con materiali come l’acciaio inox. Uno dei più audaci progetti di restauro di Gwathmey è stata la Whig Hall presso l’Università di Princeton: era un edificio neo-classico danneggiato da un incendio.

L’inserimento di alcune combinazioni proposte dall’autore, hanno creato una avvincente combinazione di tradizione e design d’avanguardia.

Tra i progetti più recenti ci sono un Hotel in Hoboken, nel New Jersey e il nuovo “United Stetes Mission” per le Nazioni Unite ancora in costruzione a Manhattan. Sempre a New York, Gwathmey divenne famoso per il design del Museo Guggenheim sulla Fifth Avenue, completato nel 1992: dopo molte critiche, il museo è stato definito dal critico Paul Goldberger del “The New Yorker” come «un importante opera di architettura».

Più recentemente, Gwathmey aveva progettato il condominio di Astor Place: un edificio interamente in vetro all’East Village. Per farlo, si era ispirato alle torri di Ludwig Mies van der Rohe. Nicolai Ouroussoff, critico del Times, ha definito la torre come «maldestra: è una banale scatola di vetro».

L’Università di Yale, aveva commissionato a Gwathmey il restauro e l’ampliamento dell’ “Art & Architecture Building”, un capolavoro del 1963 di Paul Rudolph gravemente alterato nel corso dei decenni: Gwathmey venne ampiamente elogiato per aver riportato l’architettura di Rudolph alla vita. Ma quando l’opera è stata completata nell’estate del 2008, la stessa critica che ha amato il restauro ha definito l’opera come «tristemente convenzionale».

Charles Gwathmey era nato il 19 giugno 1938 a Charlotte. Aveva iniziato a studiare alla University of Pennsylvania per poi trasferirsi a Yale, dove si era laureato con un master in architettura: correva l’anno 1962. Aveva poi trascorso due anni in viaggio attraverso l’Europa, dove aveva prestato particolare attenzione alle opere di Le Corbusier: al ritorno negli Stati Uniti, divenne noto come uno dei cinque giovani architetti che reinterpretavano Le Corbusier. I cinque, noti come “La Scuola di New York”, sono: Gwathmey, Michael Graves, Peter Eisenman, John Hejduk e Richard Meier. Avevano ripreso, come elemento portante di tutta il loro filone architettonico, l’architettura bianca del loro idolo; sono inoltre conosciuti per l’utilizzo dell’ architettura non come strumento sociale o ambientale, ma come metodo per raggiungere la perfezione estetica.