Obeso? Disoccupato. In forma? Assunto. La ciccia entra nel curriculum

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Luglio 2014 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Più sei obeso, più resti disoccupato. Più resti disoccupato, più diventi obeso. Più sei in forma, più hai chance di essere assunto. Più lavori, più sei in forma. Circoli viziosi e circoli virtuosi che si creano fra peso forma e opportunità di lavoro emergono da un sondaggio condotto dalla Gallup su 18.000 disoccupati americani.

La percentuale di obesi fra chi ha perso il lavoro da due settimane è del 22,8%. Percentuale che aumenta fino al 32,7% fra i disoccupati da 52 settimane (ovvero un anno).

Ancora più netta è la differenza fra i disoccupati a lungo termine (più di 27 settimane) e quelli a breve termine (meno di 27 settimane) per quanto riguarda i problemi di colesterolo e pressione alta: a soffrirne fra i disoccupati da più di 27 settimane è il doppio rispetto a chi ha perso il lavoro da meno tempo.

Chi lavora di più, invece, sta meglio, quanto a salute. Alla domanda “Quanti giorni al mese le cattive condizioni di salute ti impediscono di svolgere le tue attività quotidiane”, chi è impiegato a tempo pieno ha risposto 1,4 giorni su 30. Chi ha perso il lavoro da poco tempo ha risposto 2,8 giorni. Chi è disoccupato da più di 27 settimane ha risposto 4,8 giorni.

Se il bicchiere mezzo vuoto è che se sei fuori forma hai più difficoltà a trovare un lavoro, il bicchiere mezzo pieno è che essere in forma è un biglietto da visita che può portarti all’assunzione meglio di un corposo curriculum. Scrive Cristiana Salvagni su La Repubblica:

Il motivo è semplice: un impiegato in salute rende meglio e si assenta meno e quindi fa bene al bilancio dell’azienda.[….] «Una persona atletica ha più energia da mettere sul lavoro perché quando si è allenati alla fatica fisica si ha resistenza mentale» spiega Gianluca Gioia, manager della società di selezione del personale Mcs selection. […] Ora le stesse aziende che cercano candidati che si mantengono in forma attraverso l’attività fisica regolare, la promuovono al loro interno. Due gli obiettivi: aumentare la produttività e sviluppare il lavoro di squadra.

Secondo una ricerca di Crf institute, un’organizzazione che certifica le società migliori, il lavoro extra aumenta di mezz’ora al giorno, circa il 5 per cento, e le assenze crollano del 15 per cento in quelle che organizzano tornei di volley e calcetto o che mettono a disposizione una palestra. [….] «Chi applica programmi di wellness abbatte le assenze per malattia del 40 per cento» spiega il presidente e fondatore di Technogym Nerio Alessandri. «Sono tra i promotori della Workplace Wellness Alliance del World Economic Forum di Davos per favorire il benessere sul posto di lavoro e da un nostro studio è emerso che ogni euro investito in programmi per la salute dei dipendenti porta un ritorno economico che arriva fino a 20 volte tanto».