Il padre di Elisa come per Eluana: “Voglio una fine dignitosa per lei”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Ottobre 2017 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
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Eutanasia. Il padre di Elisa come per Eluana: “Voglio una fine dignitosa per lei”

ROMA – Il padre di Elisa come per Eluana: “Voglio una fine dignitosa per lei”. “Voglio una legge che dia la possibilità a chi è nella situazione di mia figlia di avere una fine dignitosa”: parla all’ANSA Giuseppe, il padre di Elisa, una donna di 46 anni che da 12 respira con una cannula ed è alimentata da un sondino in un letto di un istituto di ricovero per lungodegenti di Mestre.

“Bisogna che la politica intervenga, dalla Chiesa non mi aspetto un atteggiamento diverso da quello attuale ma dai politici sì”. Dodici anni fa Elisa ha subito un grave trauma cranico a causa di un incidente stradale e ha battuto violentemente la testa contro il cruscotto. “E’ stata operata subito – ricorda il padre, che è assistito dall’Associazione Luca Coscioni – ma i medici ci dissero chiaramente che oltre al sangue avevano dovuto rimuovere parte del suo cervello”.

In questi anni non vi è stato alcun miglioramento. Ora Giuseppe ha intenzione di rivolgersi ai giudici per chiedere che termini ogni azione sulla figlia. “Voglio che ci venga data la possibilità – aggiunge – di accompagnare Elisa verso una morte dignitosa“. Per Giuseppe “il malato deve essere sempre il centro della situazione: per questo serve una legge che dia a queste persone di avere una fine dignitosa”.

Secondo l’uomo, nel caso di sua figlia si starebbero anche sorpassando i dettami della legge, che impone solo idratazione e alimentazione del paziente, con interventi anche di tipo farmacologico. “In questo momento per esempio – racconta – mia figlia ha contratto un virus alle vie urinarie e viene trattata con antibiotici. Io questo non lo voglio e ritengo che la legge vada al di là di quanto previsto”. Giuseppe ha chiesto che sua figlia possa essere sottoposta ad una serie di esami neurologici per poi sollecitare ai giudice un intervento per un fine vita “più dignitoso”.