L’appello di Sevaggia Lucarelli su Libero: “Salviamo Sara Tommasi”

Pubblicato il 20 Giugno 2012 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

Sara Tommasi (Lapresse)

ROMA – “Salviamo Sara Tommasi. Da sè stessa e dagli avvoltoi”: è l’appello lanciato da Selvaggia Lucarelli dalle colonne del quotidiano Libero. Secondo la giornalista, la Tommasi “sta male per davvero”, considerando il vortice di protagonismi autodistruttivi in cui è precipitata.

“Una ragazza giovane e bella, con uno straccio di popolarità e una laurea in economia, non sceglie scientificamente di disintegrare la propria esistenza, la propria reputazione, la propria sfera affettiva e relazionale in quella maniera folle e suicida”, argomenta Lucarelli.

L’analisi: “Non sta trasgredendo, rompendo le regole, destabilizzando il potere. Si sta autodistruggendo. E allora ho ripensato ai suoi racconti farneticanti, al suo sospettare di avere microchip addosso, alla gente che la toccava al supermercato per drogarla, alle sue ammissioni sulla bulimia sessuale, ai suoi «Se uno mi sta simpatico allargo le gambe » e le spie, la droga, i servizi segreti, l’esibizionismo, Bin Laden e Grillo tatuato sulle chiappe. E ho capito che questa ragazza, non va derisa, va aiutata. Che questa ragazza, che santa probabilmente non è mai stata, che in passato avrà forse scelto coscientemente di prendere qualche scorciatoia e di inquinarsi l’anima per qualche ambizione cretina, oggi non sceglie un bel niente. È un burattino i cui fili sono mossi a turno dalla sua drammatica alienazione e dai cinici approfittatori che vanno a beccare come avvoltoi sulla carcassa di una ragazza fragile. E non si può far finta di non sapere e di non vedere.

Servirebbero cure mediche e un allontanamento forzato dagli avvoltoi che la circondano. Scrive ancora Lucarelli:

Le persone che le sono state vicine e che ancora oggi la vedono sempre più sporadicamente, raccontano episodi che non sono per niente rassicuranti. Parlano di un padre che non è in grado di aiutarla e di una madre che due anni fa l’ha convinta a farsi seguire da alcuni specialisti vicino Bologna. Dicono che Sara stava meglio, ma che poi ha smesso di farsi aiutare. Che nessuno la può costringere, se lei non vuole. Girano aneddoti inquietanti sul suo corpo che sarebbe spesso ricoperto di lividi, sulla sua insonnia patologica, su suoi bizzarri approcci con l’altro sesso su taxi e treni, sul suo girare senza slip ovunque, su sms assillanti (si dice in particolar modo a Fabrizio Corona), sul linguaggio sboccato.