Treccani, l’elenco di 10 anni di neologismi: “trollare”, “svapare”, webete”, Tottilatria”, “olgettina”…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2019 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA
Treccani, l'elenco di 10 anni di neologismi: "trollare", "svapare", webete", Tottilatria", "olgettina"...

Treccani, l’elenco di 10 anni di neologismi: “trollare”, “svapare”, webete”, Tottilatria”, “olgettina”…

ROMA – Neologismi, parole quasi inventate, crasi immaginifiche, sono 3505 i nuovi vocaboli raccolti dalla banca dati dell’Osservatorio neologico della lingua italiana, e inseriti nel vocabolario “Neologismi. Parole nuove dai giornali 2008-2018», pubblicato dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani.

Tottilatria, trollare, bloggarolo, svapare, annuncite, ma anche dronista (pilota a distanza di droni), libridine (smodata passione per i libri), fra i più recenti. Resistono i “vecchi” spesometro, dietrologismo, egomania, nanofarmaco, olgettina, parlamentarie… Sono parole che hanno una presa variabile, alcune più effimere durano lo spazio di una stagione: per questo l’Osservatorio le elenca in un database che sarà utile ai lessicografi per capire quali resisteranno alla prova del tempo, quali no.

Responsabili dei neologismi sono in larga parte giornalisti e operatori dei media, con la complicazione recente della grande diffusione recente veicolata dai social network. Oltre il 20% dei nuovi termini è di derivazione straniera (10 anni fa la percentuale era del 10%), in massima parte angloamericana, parole come lovvare, drinkare, hater lo testimoniano. 

Un censimento dunque quello offerto dalla Treccani, si pensi a parole come webete o petaloso – suggeriscono Giovanni Adamo e Valeria Della Valle della redazione scientifica della Treccani – “destinati a fare prima o poi ritorno nelle praterie dell’immaginazione da cui sono venuti. Questa traiettoria accomuna spesso le parole che nascono sull’onda di eventi particolari, della diffusione di mode e tendenze, di momenti di celebrità, dei quali si affievolisce presto la memoria. In molti casi, le neoformazioni lessicali risultano caricate di una coloritura scherzosa, ironica o addirittura polemica; altre volte sono creazioni volutamente estemporanee, adatte agli spazi ridotti di un titolo e al ritmo rapido e frammentato dello stile giornalistico”.