Twitter, gaffe più assurde: “Ho scritto TI AMO al mio capo”

di Lara Volpi
Pubblicato il 4 Novembre 2015 - 11:39 OLTRE 6 MESI FA
Twitter, gaffe più assurde: "Ho scritto TI AMO al mio capo"

Alcuni dei tweet raccolti da Bloggess

ROMA – Scrivere “sto uscendo. Ti amo” via sms al vostro capo pensando di inviare il messaggio al vostro fidanzato, e accorgersene quando ormai è tardi: a qualcuno è successo. Come a qualcuno è successo di restare in piedi sul bus e alla prima curva finire dritta sul pc di un passeggero seduto. Disavventure di vita quotidiana che, una volta raccontate agli altri che ne hanno come noi, ci fanno anche sentire un po’ meno soli. Ne sa qualcosa Jenny Lawson, nota blogger britannica, che le ha raccolte in un post sul suo sito The Bloggess. Ma nell’era del digitale e del virtuale, il “cahier de doléances” verso noi stesse e certe nostre gaffe arriva in 140 caratteri sotto forma di tweet.

Su Twitter, infatti, tante giovani follower di The Bloggess hanno ricordato momenti di imbarazzo o veri e propri episodi da dimenticare, raccontandoli per dare vita ad un coro di umanità che fa sorridere.

C’è chi ricorda di quando rispose all’addetta al check in che le augurava “Buon volo”, con un “Anche lei”. Una certa Kate Darling di Cambridge, Massachusetts su Twitter ricorda di quando, in un fast food, il cassiere le chiese: “Qual è il tuo nome? E lei rispose: “Oh, sono fidanzata”. E lui: “Mi serve per il sandwich”.

E ancora, Margaret racconta quello che le accadde durante un colloquio di lavoro. “Ottenni il colloquio per un lavoro che volevo molto. Entrai nell’ufficio, allungai la mano da stringere e dissi: ‘Salve, sono Marsha’. Ma io non mi chiamo Marsha”.

Marla Erwin, di Austin, Texas, ha twittato: “Avevo pagato da Starbucks. Il cassiere mi porge il pugno. Io rispondo dando il mio in segno di amicizia. Ma lui voleva solo darmi il resto”.

Gli esempi di errori di comunicazioni o fraintendimenti sono tantissimi. Jenny Lawson li ha raccolti e ringrazia: “Grazie, bellissima gente, per aver ricordato a noi tutti quanto l’umanità sia stupida, adorabile e ridicola, soprattutto quando il resto del mondo grida “anche a me è successo” davanti alla tua confessione mortificante. E se a qualcuno non è capitato di riconoscersi in nessuno di questi racconti, forse è solo perché non ha ancora vissuto abbastanza”.