Usa, Arizona: la nuova legge sull’immigrazione illegale allarga il divario tra le razze

Pubblicato il 26 Aprile 2010 - 18:31 OLTRE 6 MESI FA

Immigranti clandestini a Mesa, vicino Phoenix

Con in mano una copia del giornale che pubblica l’articolo sulla nuova legge contro gli immigrati illegali in Arizona, Eric Ramirez, 29, disoccupato si guarda intorno nervosamente nel timore che arrivi la polizia e si chiede quale sarà il suo futuro. ”Avevamo già paura prima, ed io stavo pensando di andare in California, dichiara al New York Times Ramirez, che abita in una sorta di ghetto riservato ai Latinos, spopolato dalla recessione e dalle incursioni della polizia. ”Compriamo nei loro negozi, puliamo i loro giardini, ma non ci vogliono”, dice Ramirez.

In un quartiere non distante, Ron White, 52, bianco, dichiara di provare un senso di sollievo ”perchè finalmente si sta facendo qualcosa contro questi illegali”, che lui biasima per colpe come radunarsi per strada, derubare le case nel suo quartiere, usufruire delle tasse statali e sottrarre posti di lavoro agli americani.

L’immigrazione è sempre stato un argomento che ha polarizzato i residenti dell’Arizona, un importante punto di ingresso per immigrati illegali. Ma la nuova legge frmata dal governatore dello stato Jan Brewer venerdi scorso ha allargato l’abisso come mai accaduto prima. La legge – a scanso di azioni legali che possano fermarla prima che entri in effetto in estate – assegna alla polizia locale anche vasti poteri nel controllare i documenti di chiunque essa sospetti sia un illegale.

La legge ha suscitato un acceso dibattito politico in Arizona, in preparazione di un altro dibattito, questa volta su scala nazionale per accertare quali soluzioni, tra pratiche e punitive, debbono essere intraprese per affrontare il problema dell’immigrazione illegale. Ma, rileva il Nyt, il dibattito è meno astratto in Arizona che ospita la bellezza di 452 mila illegali ed il più trafficato punto di ingresso lungo il confine col Messico.

Nei pressi di Phoenix, la capitale dello stato, si è sviluppato Mesa, un sobborgo di 450 mila abitanti (nel 1970 erano 63 mila), la cui economia è cresciuta rapidamente negli ultimi decenni, generando ricchezza, ma anche problemi. Gli illegali hanno cominciato ad affluire, per occuparsi dei giardini, riparare i tetti ed anche per dare una spinta alla criminalità.

Circa un quinto dei residenti di Mesa sono ispanici, concentrati in una zona chiamata Reed Park.  Questa è la Mesa di Rosalia Minon, e ne ha paura. Anche prima della nuova legge, lei e i suoi vicini illegali si azzardavano ad uscire di casa raramente per paura della polizia o di agenti dell’immigrazione. Ora per loro tutto diventerà ancor più difficile.