Un giudice imprevedibile ago della bilancia per Corte Suprema su matrimoni gay

Pubblicato il 10 Dicembre 2012 - 15:11 OLTRE 6 MESI FA
I giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti

WASHINGTON, STATI UNITI – Le decisioni della Corte Suprema degli Stati Uniti sono sempre stato alquanto imprevedibili, come voluto dai Padri Fondatori, anche perchè i nove giudici, essendo nominati a vita dai presidenti in carica, non sono più legati ad alcun partito o gruppo di interesse.

Certo, i giudici nominati da presidenti democratici o repubblicani sono stati scelti proprio perchè vicini a questo o quel partito. Ma le loro decisioni non necessariamente coincidono con le loro linee politiche.

Ed è per questo che la comunita’ gay americana a questo punto spera in una svolta da cui non si potra’ piu’ tornare indietro. Ma le decisioni che la Corte  dovra’ prendere sui matrimoni omosessuali sono tutt’altro che scontate. Per esempio, dalla attuale composizione della Corte emerge che la maggioranza dei ‘vecchi saggi’ e’ di estrazione conservatrice, ovvero repubblicana, strenuamente contraria alla legalizzazione dei matrimoni gay.

Cinque giudici su nove sono di nomina repubblicana: due scelti da Ronald Reagan (Antonin Scalia e Anthony Kennedy), due da George W. Bush (John Roberts e Samuel Alito), e uno da Bush padre (Clarence Thomas, l’unico nero). Vista cosi’ la situazione non dovrebbe far ben sperare per i sostenitori delle nozze gay e per la Casa Bianca schieratasi per un cambiamento della legge federale, il ‘Defense of Marriage Act’ secondo cui il matrimonio e’ solo tra uomo e donna e quindi non estende i benefici alle coppie gay sposate.

Ma la comunità gay nutre una speranza. Come ha dimostrato la sentenza della Corte sull’Obamacare dello scorso giugno, tutto e’ possibile. Anche perche’ a questo punto c’e’ l’incognita rappresentata dal giudice di Buffalo, Stato di New York: John Roberts. Infatti, sebbe sia uno di quelli nominati da George W. Bush, a sorpresa voto’ a favore della costituzionalita’ della riforma sanitaria fortemente voluta dal presidente americano Barack Obama e altrettanto fortemente avversata dai repubblicani e dall’allora candidato alla presidenza del Grand Old Party, Mitt Romney.

Il giudice Roberts, insomma, potrebbe decidere ancora una volta di schierarsi con i colleghi di nomina democratica: due scelti da Bill Clinton (Ruth Bader Ginsburg e Stephen Breyer) due da Barack Obama (Sonia Sotomayor e Elena Kagan).

Senza contare che la composizione della Corte potrebbe anche improvvisamente cambiare nei prossimi mesi, vista l’età di alcuni di loro: la Bader Ginsburg ha 79 anni, Scalia e Kennedy 76, Breyer 74. Gia’ da tempo si parla di un futuro a maggioranza democratica della Corte Suprema.

I ‘vecchi saggi’ sono nominati a vita, ma se qualcuno dei nove dovesse ritirarsi a causa dell’eta’, l’attuale presidente Barack Obama potrebbe essere l’artefice della Corte Suprema piu’ ‘liberal’ della storia americana.