Vienna, i “quartieri rosa” progettati per madri single e donne con basso reddito

Pubblicato il 2 Aprile 2011 - 08:03 OLTRE 6 MESI FA

VIENNA – Quando si parla di identità di genere, si pensa subito al mondo del lavoro, a quello culturale o sociale, mentre l’architettura non viene quasi mai presa in considerazione. Eppure, anche nella progettazione e nel design la sensibilità femminile è in grado di fare la differenza. Lo racconta Eva Kail, architetto viennese, una delle principali esperte di Pianificazione urbanistica in Europa e che ha seguito da vicino alcuni progetti residenziali sensibili alle questioni di genere portati avanti nella capitale austriaca.

Lì, infatti, già da una ventina d’anni quando si parla di urbanistica e di social housing vengono presi in considerazione gli aspetti quotidiani legati al lavoro delle donne: «Le donne hanno un’organizzazione molto complicata nella vita di tutti i giorni, oltre al loro lavoro devono stare dietro alla famiglia, ai bambini e alla casa, e per questo hanno dei bisogni differenti. Le donne architetto vivono la stessa esperienza e quindi hanno una sensibilità differente rispetto agli uomini per queste esigenze».

A Vienna sono state imposte delle vere e proprie linee guida per coinvolgere le donne nell’ideazione di questi nuovi quartieri, destinati alle madri single o alle donne con basso reddito. Inoltre, è stato creato un ufficio di coordinamento (di cui la Kail fa parte), per non perdere di vista gli obiettivi in materia. Le prime sperimentazioni hanno avuto un gran successo: nella progettazione fondamentale è stato unire le esigenze quotidiane delle donne con il senso artistico di ogni costruzione. Ad esempio, i palazzi sono dotati di corrimano sia per i più grandi che per i più piccoli e sono molto vicini agli spazi aperti o alle fermate dei mezzi pubblici, mentre negli edifici le lavanderie sono state spostate dalla cantina ai sottotetti, con terrazzino adibito all’asciugatura dei panni e per il gioco dei bambini, e i depositi per le carrozzine sono messi vicino all’ascensore.

Negli appartamenti, invece, c’è molta flessibilità: le camere sono di dimensioni ampie, accorpabili o divisibili a seconda dei cambiamenti in famiglia, e la cucina è posta in posizione centrale in modo da poter sorvegliare i bambini mentre giocano e fanno i compiti. «Molto spesso nel decidere gli spazi di una casa si punta molto sul “piacere”, rappresentato dal salotto, piuttosto che sulla praticità, richiesta da noi donne» continua la Kail. Oltre all’Austria, l’architettura di genere sta prendendo piede nei paesi Scandinavi, in Germania e in Olanda, mentre in Italia siamo ancora ben lontani dal considerare l’argomento nella progettazione.