Aldo Grasso: quando il “buono” Armstrong umiliò il “cattivo” Pantani. E adesso?

Pubblicato il 20 Gennaio 2013 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA
Lance Armstrong in uno dei suoi tour vinti (barando). Foto LaPresse

MILANO – E’ il 13 giugno del 2000. Si corre il tour de France, la gara cicilistica più prestigiosa del mondo. E si corre sul Mount Ventoux, forse la cima più dura di tutta la corsa. In fuga ci sono due uomini. La parte del buono la fa Lance Armstrong, il campione “pulito”, quello che ha sconfitto il cancro, quello che vince sempre lui perché madre natura l’ha fatto così e non ha bisogno di “aiutini”. Nella parte del cattivo c’è Marco Pantani da Cesenatico, uno che nel ciclismo si dice essere il “più grande scalatore di tutti i tempi”, ma uno che per il doping era stato squalificato da poco.

Pantani cerca disperatamente di staccarlo, suda e soffre. Armstrong tiene con disarmante facilità e alla fine lo umilia, concedendogli la vittoria di tappa. Ora che su Armstrong è venuta fuori la verità Aldo Grasso sul Corriere ripesca e racconta quell’episodio:

“A rivedere oggi quelle immagini si scorge Lance pedalare lieve, come in stato di grazia, mentre Marco mulina le gambe stanche con la forza della volontà, con l’anelito del riscatto, con la voglia di rinascere. In vetta, il telecronista urla: «Armstrong da grande campione lascia tagliare il traguardo a Pantani». Poi fra i due inizia una polemica, corrono offese. Armstrong si vanta di averlo lasciato vincere, Pantani cerca di rispondergli con un’impresa eroica che però gli si rivolterà contro, costringendolo al ritiro. Non solo dal Tour. Adesso sappiamo che Armstrong, con la connivenza di molti, era molto più compromesso di Pantani”.

Quindi l’amarissima conclusione di Grasso:

 Due uomini solo al comando, sul Mont Ventoux. L’uno sta barando, indossando l’abito del campione invincibile. L’altro non sa ancora di essere la vittima predestinata, ferita a morte da Lance il Buono. E dalle nostre belle parole.