Ad Antonio Cassano il Pallone d’Oro… al contrario. Per France Football ha sprecato al meglio il suo talento

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Febbraio 2021 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Cassano Pallone d'Oro

Antonio Cassano Pallone d’Oro… al contrario (Ansa)

Antonio Cassano Pallone d’Oro, finalmente. Non che sia mai stato in dubbio il suo genio calcistico, ma Fantantonio è, proprio per questo, il primo della classifica dei talenti sprecati stilata da France Football.

Appunto, la rivista che ogni anno premia il più forte del mondo (ormai un’altalena tra i soliti Messi e Ronaldo). 

Antonio Cassano Pallone d’Oro talenti sprecati

Un premio al contrario (ma non nel senso di peggiore), un riconoscimento critico, forse un po’ ingeneroso. Certo nessuno, anche oltr’Alpe, ha dimenticato le “cassanate” che ne minavano l’affidabilità.

A cominciare dal pellicciotto con cui si presentò al Real Madrid, il giovane più promettente d’Europa al cospetto dei Galacticos. Lì, a Madrid, non si parò la sua nobilitate, tutt’altro.

Brutto carattere, magari un po’ pigro, ma niente di che. Non l’alcol e la pazzia di Gascoigne, secondo sul podio. Non le scommesse per Stan Bowles, la risposta mancata del Manchester City a George Best, terzo. Comunque piazzato..

Allora perché Cassano? Il saldo tra genio e sregolatezza, non basta a misurare la sproporzione. Il Pallone d’Oro al contrario lo merita per l’eccellenza tecnica inarrivabile, il “piede assoluto”, mortificati dalla scarsità di successi, sulle partite e gli scudetti che non ha contribuito a far vincere. 

Non solo per i tifosi della Roma, la coppia con Totti resta agli atti tra le grandi “incompiute” degne di Schubert (anche se lì magari le responsabilità andrebbero distribuite).

Gascoigne, Bowles, Berbatov, Anelka…

Detto di Cassano, Gascoigne e Bowles, al quarto posto un enigma, il bulgaro Dimitri Berbatov, un Federer della pedata senza passione, slanci, sangue. Troppo bello per essere vero.

In ordine sparso, Nicolas Anelka, Mario Basler, Yekini… In ogni caso, da France Football un calcio al concetto equivoco di “predestinazione”. Non una disputa teologica luterana, ma il vizio calcistico di bruciare ogni giovane talento con l’etichetta di “predestinato”. Una jattura. Metti a Cassano