Argentina, Maradona vive il giorno più lungo come ct e punta su Messi

Pubblicato il 9 Ottobre 2009 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA

«Ho disputato due finali. Quella che ho vinto in Messico e quella che mi hanno rubato in Italia. Ma, come tecnico, le due prossime partite sono le più importanti della mia carriera». Diego Maradona dixit.

Il ‘Pibe’ sembra già arrivato al bivio della sua carriera da ct, il doppio appuntamento è domani a Buenos Aires (nello stadio del River Plate, a partire dalle 19 locali, le 23 in Italia) contro il Perù fanalino di coda delle eliminatorie sudamericane, e mercoledì prossimo, a Montevideo, contro l’Uruguay rivale storico: in queste due partite l’Argentina si giocherà le sue ultime chanches di tagliare il traguardo dei Mondiali del 2010.

“Per quanto mi riguarda, già mi vedo in Sudafrica”, ha comunque assicurato Maradona. Ma, per la prima volta in queste eliminatorie sudamericane, la nazionale argentina non dipende da se stessa per qualificarsi. Anche se domani vincerà, come tutti prevedono, contro il debole Perù, avrà il posto assicurato solo se Uruguay, Venezuela e Colombia perderanno le loro partite.

«Mi sento molto bene: dobbiamo giocare contro il Perù e vincere. Poi dobbiamo andare in Uruguay e vincere un’altra volta. Queste sono le due partite più importanti della mia carriera di tecnico, sono ottimista», dice.

In vista del match di domani, poche indicazioni sulla formazione che scenderà in campo. L’unica concessione alla stampa riguarda la coppia offensiva: accanto a Leo Messi giocherà Gonzalo Higuain. «Messi è la nostra punta di diamante, vogliamo metterlo in condizione di fare tutto ciò che fa vedere in allenamento», dice il ct.

Messi, nelle ultime gare della Nazionale, non ha inciso. La stella del Barcellona è finito anche nel mirino della critica. «Non mi interessa -dice Maradona-: io continuerò a schierarlo titolare». Magari, il fuoriclasse del Barcellona ritroverà smalto con Higuain accanto. «Higuain mi serve là davanti -dice riferendosi al centravanti del Real Madrid- L’ho visto molto concentrato e molto umile. Penso che la sua presenza giovi a Messi e a Pablo Aimar. Il Perù è pericoloso quando attacca, ma non è molto solido quando deve difendersi».