Arrestato ultrà del Milan: aveva un ordigno in macchina

Pubblicato il 2 Aprile 2011 - 20:09 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 2 APR – Se effettivamente quelle armi servissero per arroventare un derby Milan-Inter, peraltro da anni tranquillo, lo appureranno le indagini degli agenti della Digos. Quel che e’ certo e’ che Marco Righetto, 35 anni, personaggio di spicco dei Commando Tigre, una fazione della curva rossonera, ora si trova nel carcere milanese di San Vittore in attesa della convalida dell’arresto.

A bordo della sua auto, infatti, fuori dallo stadio Meazza, stamani, mentre controllavano striscioni e altri ogetti destinati a una coreografia che i tifosi milanisti hanno definito ”storica”, i poliziotti hanno trovato un ordigno artigianale il cui potenziale gli artificieri hanno definito ”micidiale”, quattro coltelli, una mazza da baseball e una bomboletta di spray urticante. L’arresto e’ stato un fulmine a ciel sereno per la Curva sud, tanto che uno dei leader della tifoseria rossonera ha voluto precisare che Righetto non e’ tra i capi ultras ma, in sostanza, poco piu’ che un soldato semplice.

”Mi ha sorpreso molto, non so perche’ ha fatto una stupidaggine del genere, lui e’ sempre stato uno tranquillo. Ma non e’ uno dei capi, e’ solo un ultra’ con tanti anni di militanza nei Commandos Tigre”, ha detto Giancarlo Capelli, conosciuto come il Barone, lui si’ leader storico della Curva. Capelli ha anche invitato alla calma dal momento che ”non c’e’ alcuna intenzione da parte di nessuno di provocare scontri ne’ di alzare la tensione”.

”Milano ha sempre dato un buon esempio – ha proseguito – sono anni che non succede nulla e anche questa volta ci sara’ un tifo bello e civile. Non alziamo il livello della tensione, basta quella sportiva”. I ”Commandos Tigre”, tra l’altro, non sono al secondo anello, dove si riunisce la tifoseria piu’ calda, ma sotto la curva, nei distinti al primo anello, ”e non hanno mai coreografie da montare – ha spiegato il Barone – e’ la prima volta che la portano e davvero non capisco come Righetto abbia potuto commettere un’ingenuita’ del genere. Poi nella vita puoi aspettarti di tutto ma davvero non capisco perche’ uno della sua esperienza abbia fatto una sciocchezza del genere andando a rovinarsi la vita”.

Una spiegazione di cio’ che e’ accaduto ha provato a darla il legale dell’arrestato secondo il quale il fatto che quegli oggetti si trovassero in auto potrebe essere il frutto di una dimenticanza. ”Non posso pronunciarmi sulla pericolosita’ dell’ordigno – ha spiegato l’avvocato Giovanni Adami – ma per quanto riguarda gli altri oggetti puo’ esserserli dimenticati e non servivano certo per azioni violente”. Per quanto riguarda le altre armi, Adami parla di un coltello da cucina, un coltellino da pesca e una mazza da baseball lunga circa 40 centimetri, non di quelle, quindi, da usare durante il gioco. Righetto, tra l’altro, non ha precedenti penali e neanche a suo carico provvedimenti di Daspo, ovvero il divieto di partecipare a manifestazioni sportive.