Atalanta, 5 anni daspo ultrà per testa maiale vicino stadio

di redazione blitz
Pubblicato il 6 Settembre 2015 - 19:55 OLTRE 6 MESI FA
Il Daspo notificato nel pomeriggio del 5 settembre ha scatenato la rabbia della Curva Nord di Bergamo. Poche ore dopo, allo stadio, c’era in programma il Trofeo Bortolotti, dedicato agli ex presidenti dell’Atalanta Achille e Cesare, contro lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu (che ha vinto per 1-0). Dopo circa mezzora di partita gli ultrà atalantini hanno abbandonato lo stadio, esponendo in particolare uno striscione: «A tutto c’è un limite, scusa famiglia Bortolotti». E il limite sarebbe stato oltrepassato dalla questura con il provvedimento, mentre alla famiglia Bortolotti sono state rivolte le scuse per la mancanza di tifo durante la partita. Ma la protesta non è finita lì. Il nuovo Daspo prevede infatti l’obbligo di firma in questura per Galimberti, già dal momento della notifica. Prima e dopo la partita circa 200 ultrà hanno quindi scortato il loro leader dallo stadio fino in via Noli, sede della questura di Bergamo: cori e fumogeni di fronte agli uffici della polizia. «È un Daspo assolutamente gratuito solo perché l’ultrà interessato dal provvedimento si chiama Claudio Galimberti — è il commento, netto, dell’avvocato Federico Riva, in serata —. Ci siamo già documentati e riteniamo che la violazione commessa, sempre che ci sia stata, vada punita con una semplice multa. Non è la prima volta che si firmano dei Daspo per casi in cui invece basta una sanzione. Stiamo preparando il ricorso».

Lo striscione

BERGAMO – Testa di maiale vicino allo stadio. Daspo di 5 anni al Bocia, rabbia ultrà.
Nuovo lungo divieto per il capo della tifoseria atalantina. I supporter abbandonano l’amichevole intitolata ai Bortolotti, ex presidenti, e accompagnano il leader in questura. Ne parla Il Corriere della Sera.

Dal punto di vista degli ultrà si è trattato di una semplice goliardata. Dal punto di vista della polizia, invece, il gesto va punito. E così è, al momento. Il questore di Bergamo Girolamo Fabiano ha firmato un Daspo (Divieto di accesso alle manifestazioni sportive) di cinque anni a carico di Claudio Galimberti, noto come il «Bocia», da anni al vertice della tifoseria atalantina. Secondo la questura il «Bocia», il 12 aprile durante Atalanta-Sassuolo, aveva raggiunto la zona di prefiltraggio dello stadio di Bergamo portandosi dietro una testa di porchetta. Una goliardata su cui ridere o un simbolo macabro destinato proprio ai poliziotti?

La certezza è che la polizia non ha dimenticato i fatti e nel pomeriggio del 5 settembre ha notificato a Galimberti un Daspo di cinque anni, l’ennesimo per lui. Basti dire che il Bocia, noto rivale di molte tifoserie italiane o come amico di quelle gemellate, è da almeno sei anni che non ha più accesso agli stadi in Italia.

Dall’ottobre del 2009 fino allo stesso mese del 2014 aveva già scontato un Daspo di cinque anni per la rissa prima di Atalanta-Catania, il 22 settembre del 2009. E alla scadenza del divieto non ha comunque potuto acquistare abbonamenti o biglietti per le partite essendo anche sottoposto all’articolo 9 della legge Amato del 2007: nessun tagliando per chi ha riportato condanne, anche solo in primo grado, per reati legati alla tifoseria.

Il Daspo notificato nel pomeriggio del 5 settembre ha scatenato la rabbia della Curva Nord di Bergamo. Poche ore dopo, allo stadio, c’era in programma il Trofeo Bortolotti, dedicato agli ex presidenti dell’Atalanta Achille e Cesare, contro lo Shakhtar Donetsk di Mircea Lucescu (che ha vinto per 1-0). Dopo circa mezzora di partita gli ultrà atalantini hanno abbandonato lo stadio, esponendo in particolare uno striscione: «A tutto c’è un limite, scusa famiglia Bortolotti». E il limite sarebbe stato oltrepassato dalla questura con il provvedimento, mentre alla famiglia Bortolotti sono state rivolte le scuse per la mancanza di tifo durante la partita.
Ma la protesta non è finita lì. Il nuovo Daspo prevede infatti l’obbligo di firma in questura per Galimberti, già dal momento della notifica. Prima e dopo la partita circa 200 ultrà hanno quindi scortato il loro leader dallo stadio fino in via Noli, sede della questura di Bergamo: cori e fumogeni di fronte agli uffici della polizia.

«È un Daspo assolutamente gratuito solo perché l’ultrà interessato dal provvedimento si chiama Claudio Galimberti — è il commento, netto, dell’avvocato Federico Riva, in serata —. Ci siamo già documentati e riteniamo che la violazione commessa, sempre che ci sia stata, vada punita con una semplice multa. Non è la prima volta che si firmano dei Daspo per casi in cui invece basta una sanzione. Stiamo preparando il ricorso».