Spagna. I soldi per Messi e Ronaldo nel buco di Bankia. Chi ripaga? Noi europei

Pubblicato il 7 Giugno 2012 - 13:07 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – Cristiano Ronaldo, 13 milioni di euro di ingaggio l’anno, Messi, 10,5 milioni, Bankia, la banca spagnola  alla quale Barca e Real Madrid chiedono i prestiti e che volentieri concedeva, 19 miliardi di buco. Per questo è stata nazionalizzata, per questo verrà salvata da Pantalone Europa, con i soldi dei contribuenti europei, con i soldi nostri.  Per chi detesta il calcio, la notizia è che l’intera Europa dovrà provvedere ai guasti della finanza allegra delle banche spagnole. Meno rilevante, ma indicativo, è che le stesse banche abbiano detto no a un prestito di cento milioni chiesti dal Barcellona per affrontare la campagna acquisti post-Guardiola.

La bolla immobiliare che incatena la Spagna a dipendere dalla solidarietà (interessata) dei partner europei fa tutt’uno con la bolla calcistica (ricordate la supervalutazione della Ciudad Sportiva delle merengues, i cui terreni sono stati venduti per circa 480 milioni di euro?). In Italia, prima che i nodi venissero al pettine gli spericolati patron di Parma, Lazio, Roma si scambiavano giocatori a suon di svariate decine di miliardi di lire: il pubblico si godeva i Vieri e i Veron, i Batistuta e i Crespo, e poi le società finivano a gambe all’aria, o nelle mani delle banche. Poi i debiti sarebbero stati spalmati negli anni. Come in Spagna. Il debito del calcio spagnolo (prima e seconda divisione) gira attorno ai 5 miliardi di euro: solo di tasse arretrate e oneri sociali deve un miliardo allo Stato.

Dal prossimo campionato il 35% degli incassi dei diritti tv è stato “pignorato”, a garanzia dei debiti arretrati. Per mettersi in regola con in regola con il Fisco i club, però, hanno tempo fino al 2020. Spalmatura appunto, per un settore che all’anno incassa un miliardo e 800 milioni di euro ma ne spende 2 miliardi e 100. Per andare in pareggio, per colmare la voragine, senza nemmeno iniziare a pagare i debiti, la Liga dovrebbe procedere a un taglio di un terzo di tutti  i superstipendi.

Cresciuti esponenzialmente anche grazie a un regime fiscale più favorevole per i calciatori. Era il vantaggio che l’a.d. del Milan Galliani denunciava ad ogni occasione per spiegare la superiorità delle squadre spagnole. Forse, visto che proprio con l’acquisto spregiudicato di tanti campioni al Milan Berlusconi preparò la sua di “discesa in campo”, sarebbe più titolato a parlare di “concorrenza sleale” il Bayern Monaco, l’unico club europeo veramente a posto con i conti e che si finanzia con i ricavi che genera la squadra. E, non è un caso, che la gestione virtuosa dei club in Bundesliga coincise con il fallimento del gruppo Kirch e della sua tv a pagamento in Germania..

5 miliardi di debiti, di cui uno con lo Stato. E gli altri 4: facile, con le banche, le quali garantivano prestiti a go-go in cambio di interessi anche elevati, l’1,5% in più dell’Euribor. E’ l’effetto perverso della commistione banche-politica. Casse locali, apparati regionali, grandi municipalità facevano a gara per garantire soldi e spettacolo, risorse e lavoro: per garantirsi a loro volta seggi e conferme. Il Corriere della Sera ricorda il “triangolo” (delle Bermude?) Liga-politica-finanza finito più volte nel mirino