Bari padrone della Puglia: Okaka decide il derby contro il Lecce

Pubblicato il 6 Gennaio 2011 - 17:53 OLTRE 6 MESI FA

Un grandissimo guizzo di Stefano Okaka regala la vittoria al Bari nel derbyssimo di Puglia. Azzeccata la mossa di Ventura che, al 10′ della ripresa, lo getta nella mischia al posto di un impalpabile Caputo. La freschezza e la vigoria fisica di questo ‘gigante’ mette in crisi la retroguardia giallorossa.

Corre il 32′ ed il bomber, con una rete da applausi, riporta il sorriso, dopo tre mesi e mezzo, in casa biancorossa. Una boccata d’ossigeno per gli uomini del presidente Matarrese, grave la sconfitta casalinga per il Lecce in un derby accesissimo, ma giocato, nonostante le previsioni della vigilia, in un clima di grandissima civilta’.

Sugli spalti tutto tranquillo: tra le opposte tifoserie (in curva sud 2.000 i tifosi baresi) solo cori e qualche sfotto’, con l’aggiunta del lancio di numerosi petardi sulla pista, ma senza conseguenze. Un tifoso del Bari arrestato prima della gara perche’ cercava di introdurre fumogeni nello stadio e’ l’unica vera nota stonata, ma al tirar delle somme e’ stata festa di sport, anche se a gioire e’ stata una sola sponda. Squalificato De Canio, in panchina ci va il secondo Roberto Rizzo. Lecce senza Di Michele, con Chevanton e Ofere davanti; esordio per il neo-acquisto Tomovic al centro della difesa. Sul fronte opposto Bari con i soliti problemi della fascia sinistra (gioca Raggi) e al centro, Gazzi per l’infortunato Almiron. In attacco gli unici disponibili sono Kutuzov e Caputo. Okaka parte dalla panchina. Esordio per il polacco Glick. Si parte e l’equilibrio regna sovrano. Ci prova subito Fabiano, che di testa (6′) prova i riflessi di un reattivo Gillet. Sul fronte opposto un’inzuccata velenosa di Kutuzov (13′), ma Rosati blocca a terra. Il ritmo comincia a crescere ed Olivera (17′) si divora un’occasionissima: bella la triangolazione con Ofere, ma da posizione piu’ che favorevole calcia alto. Risponde il Bari (19′) con Caputo che serve un prezioso assist a Kutuzov, ma la conclusione e’ da dimenticare. Scorre il cronometro e la gara vive una fase di stanca, con il Bari che ha preso bene le misure. Lecce piu’ disorganico rispetto alla fase centrale del tempo.

Occasionissima per il Lecce (40′). Chevanton, su gentile omaggio della difesa del Bari, si invola da solo verso l’area ma difende malissimo palla e posizione e si fa anticipare in modo piuttosto ingenuo da Belmonte. E’ l’ultima occasione del primo tempo. Zero a zero, con tanto agonismo ma anche buona qualita’ sui due fronti. Meglio il Lecce, piu’ pericoloso, il Bari gioca di rimessa (da ricordare la sola occasione di Kutuzov), ma sembra essere in crescita. Si riparte con gli stessi attori del primo tempo. Dieci minuti di stanca ed i due tecnici cercano di ravvivare il reparto offensivo. Dentro Corvia ed Okaka (per lui esordio in maglia biancorossa), fuori gli evanescenti Chevanton e Caputo. E’ alta la pressione leccese, con il Bari rintanato troppo vicino alla propria porta. Ma e’ Okaka (18′) a procurarsi un’occasione colossale. Palla deliziosa in verticale per il giovane bomber che, a tu per tu con Rosati, tira clamorosamente addosso al portiere del Lecce. Tra le file salentine Vives rileva l’argentino Piatti, spentosi alla distanza, ma i giallorossi sono meno vivi, mentre gli ospiti sembrano avere ora l’inerzia della partita in pugno. E difatti (32′), il Bari passa con un grandissimo gol di Okaka. Stop spalle alla porta, girata di destro su palla profonda di Gazzi, l’attaccante salta Donati e scarica in rete. Il Lecce si butta in avanti, ma per i giallorossi tanta confusione: pochissime idee, palle buttate nel mezzo per Ofere, ma tutto facile per l’ottima difesa barese, dove giganteggia Glik. Il nervosismo sale e Giacomazzi (bruttissimo fallo su Gilet) rimedia il secondo giallo, lasciando in dieci i compagni. Giunge cosi’ il fischio finale di Tagliavento, con il Bari che si aggiudica il derbyssimo di Puglia grazie al bomber Okaka. Per i biancorossi una fondamentale boccata di ossigeno, per il Lecce la crisi e’ dietro l’angolo.