Bari, Edgar Cani: la storia del ‘centravanti profugo’

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Maggio 2014 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA
Bari, Edgar Cani: la storia del 'centravanti profugo'

Bari, Edgar Cani: la storia del ‘centravanti profugo’ (LaPresse)

ROMA – Continua la favola de ‘La Bari‘. La squadra pugliese ha chiuso il campionato al sesto posto e grazie a questo posizionamento in classifica si giocherà i playoff per accedere alla Serie A. 

Sugli scudi il calciatore albanese Edgar Cani che arrivò nella città pugliese all’età  di 11 mesi, portato dai suoi genitori su una nave della speranza. Ne parla La Stampa. Riportiamo l’articolo a firma di Niccolo’ Zancan.

“Il centravanti profugo forse porterà il Bari in serie A. Ha sempre segnato poco. Gli hanno dato del brocco. Gli hanno voluto bene perché è un ragazzone umile, forte, che non si arrende. Ma da ieri sera, Edgar Cani, attaccante del Bari, un metro e 92 per 87 chili, è una specie di eroe epico. Non per la doppietta contro il Novara, che lancia «la Bari» verso una promozione su cui nessuno avrebbe scommesso un euro. Ma perché questi due gol, segnati proprio in quello stadio, sono un ritorno a casa. Un cerchio che si chiude.

Nato a Tirana il 22 luglio del 1989, Edgar Cani aveva undici mesi quando i suoi genitori lo imbarcarono, assieme a loro, su un mercantile gemello a quello ribattezzato Vlora, la nave simbolo delle migrazioni albanesi: la barca della gente venuta a cercare «L’America», da questa parte del Mediterraneo. Ventimila profughi. Il capitano Halim Milaqui aveva detto: «Se avessi lanciato una monetina lì in mezzo, non sarebbe caduta. Non c’era più spazio». Tutti pigiati, felici, attaccati alle cime. La più grande ondata migratoria della storia italiana. Edgar Cani ne ha fatto parte e lo ha ricordato in una conferenza stampa: «I miei genitori mi hanno raccontato tante volte quella attraversata. L’arrivo in Italia. L’accoglienza commovente dei baresi. Con noi sono stati molto generosi, pieni di umanità». Ieri l’attaccante italo-albanese Edgar Cani si è sdebitato in un altro stadio di Bari, alla fine del viaggio”.