Berlusconi: “Milan in vendita, no cinesi voglio italiani”

di Spartaco Ferretti
Pubblicato il 7 Maggio 2016 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi: "Milan in vendita, no cinesi voglio italiani"

Berlusconi: “Milan in vendita, no cinesi voglio italiani”

MILANO – Cercasi acquirenti per il Milan. Astenersi cinesi: Silvio Berlusconi vuole compratori italiani. Per la prima volta l’ex presidente del Consiglio ammette apertamente di voler cedere il suo Milan, ma non fa cenno ai cinesi che puntano al 70% del club e attendono in questi giorni una risposta alla proposta di trattativa non vincolante in esclusiva. Anzi, il presidente rossonero, in un videomessaggio sulla propria pagina Facebook, fa sapere che preferirebbe lasciare la sua creatura calcistica “in mani italiane”.

“A chi mi dice che bisogna vendere, rispondo che ci sto provando da un anno, ma che vorrei lasciare il Milan in buone mani, in mani che gli garantissero un futuro da protagonista. E preferibilmente in mani italiane. A questo fine, qualsiasi suggerimento è il benvenuto”, è la conclusione del monologo, pubblicato da Berlusconi sul social network che nelle ultime settimane ha raccolto sfoghi, critiche e insulti da parte dei tifosi delusi dall’ennesima stagione deludente.

Poche ore prima del messaggio, Berlusconi veniva descritto come indeciso sull’operazione, con vari dubbi fra cui anche l’idea di lasciare il controllo della sua creatura calcistica “a 7-8 soggetti”, quanti potrebbero comporre la cordata rappresentata dal mediatore italoamericano Sal Galatioto. E’ tutta da decifrare la strategia dietro l’intervento social del Cavaliere, in uno scenario che vede intrecciarsi l’affetto per il Milan, la situazione politica a un mese dalle elezioni amministrative, gli equilibri familiari, e gli inevitabili interessi finanziari. Dopo le sue parole non si registra una frenata nel negoziato, prosegue il lavoro degli uomini Fininvest per raccogliere più informazioni possibili sulla composizione e le garanzie finanziarie del consorzio cinese, ma l’epilogo della vicenda diventa sempre più imprevedibile.

Così come non è scontato, in un senso o nell’altro, il destino di Cristian Brocchi, subentrato a Sinisa Mihajlovic dopo il quarto esonero deciso da Berlusconi in poco più di due anni, forse quello più criticato dal popolo rossonero. “Io come tutti voi ho il Milan nel cuore e soffro quando il Milan va male – ha detto l’ex premier rivolto ai tifosi -. Forse un po’ più di voi visto che per farlo grande ho investito più di un miliardo di euro, solo quest’anno 152 milioni. Eppure, converrete con me che non abbiamo mai visto il Milan giocare così male come quest’anno. Per questa ragione ho trovato il coraggio di provare a cambiare per le ultime partite e provare ad arrivare alla finale con la Juve con qualche speranza in più. E mi sembra che nel gioco qualche miglioramento si è visto”.

Berlusconi ha definito “un atto di coraggio” sia la propria investitura, sia l’accettazione da parte dell’ex allenatore della Primavera. “E’ una persona seria, conosce bene lo stile Milan sin da quando giocava nei nostri pulcini, come qualcuno che conoscete – ha sorriso mostrando una propria foto un po’ ingiallita in maglia rossonera, che lo ritrae, come ha raccontato in passato, in occasione di un provino sostenuto a 16 anni -. Brocchi ha avuto tuttavia a disposizione pochissimi giorni per intervenire sui giocatori e provare dei nuovi schemi di gioco. E poi siamo stati sfortunati, bisogna dirlo, nelle ultime due partite. A Verona i due gol presi sono arrivati su un rigore e una punizione che assolutamente non c’erano. Lasciamo lavorare Brocchi in serenità fino al 21 maggio, poi ragioneremo in modo approfondito sul da farsi. Fatemi dire – ha concluso – che, dopo 30 anni a pasteggiare a champagne e caviale, potremmo anche sopportare, forse con più eleganza, un digiuno che sarà sicuramente passeggero”. A scorrere i circa 1.500 commenti generati dal posto in meno di un’ora, il messaggio non ha fatto breccia.