Di Vaio sempre decisivo: Bologna-Udinese 2-1

Pubblicato il 22 Settembre 2010 - 22:54 OLTRE 6 MESI FA

Bologna-Udinese 2-1, gol: Di Natale 11′, Gimenez 16′. Di Vaio 90′.

Il Bologna risorge contro l’Udinese. Il 2-1 finale è frutto di una grande rete di Marco Di Vaio.

L’ex attaccante della Lazio realizza da bomber di razza e la squadra di Alberto Malesani centra 3 punti preziosi.

Le altre reti portano la firma di Antonio Di Natale e Cristian Gimenez.

Introduzione alla partita:

Nella partita che metterà stasera di fronte Bologna e Udinese allo stadio Dall’Ara c’è, sì, lo scontro tra due squadra che vivono un momento sportivo assai differente, ma c’è anche l’ennesima sfida tra due tecnici Veneti di origini molto vicini ma di caratteri molto distanti.

I due tecnici sono Alberto Malesani e Francesco Guidolin, con il primo reduce dal pareggio strappato alla Roma e il secondo che deve far dimenticare ai suoi ragazzi e ai tifosi il duro 4 a 0 rifilato dalla Juventus alla sua Udinese tre giorni fa.

Il tecnico del Bologna, proprio alla vigilia della partita, ha parlato del suo rapporto con Guidolin, che non può certo definirsi di amicizia, tanto da dire:

Noi amici? È una parola grossa, fra allenatori l’amicizia è merce rara, io non l’ho quasi mai conosciuta. Lui mi ha battuto molte volte, ma andate a vedere che squadre aveva.

Parlando dell’incontro, che segnerà il suo esordio al Dall’Ara, ha poi aggiunto:

Ripartiamo dalla prestazione di Roma, consapevoli che dovremo fare la partita, con coraggio e continuità. I loro zero punti sono bugiardi, avranno mille motivi per metterci in difficoltà. Non dobbiamo specchiarci nella gara di domenica, anzi, bisogna proprio dimenticarsene. Mi è piaciuto l’atteggiamento, ma molte cose vanno migliorate.

Comunque vada la partita tra Bologna e Udinese sarà l’ennesimo confronto tra i due tecnici, con Guidolin che stavolta partirà svantaggiato, almeno se si guarda alla classifica e alle ultime partite.

Bologna: un solo successo nelle ultime 14 gare ufficiali, contro Guidolin: Il Bologna ha vinto solo una delle ultime 14 gare ufficiali disputate, per altro tutte riferite al campionato di serie A: è accaduto il 25 aprile scorso quando si impose in casa per 2-1 contro il Parma, all’epoca guidato da Guidolin, oggi sulla panchina dell’Udinese. Nelle altre 13 partite prese in esame lo score emiliano è di 7 pareggi e 6 sconfitte.
Di Vaio scatenato contro l’Udinese: Marco Di Vaio, autore di 180 reti in carriera professionistica, ha nell’Udinese la squadra della serie A 2010/11 cui ha segnato più gol, ben 8. I friulani sono al terzo posto nella classifica assoluta del bomber rossoblu, preceduti dal tandem Venezia-Perugia “bollati” 9 volte ciascuno.
I finali-gol del Bologna 2010/11: Il Bologna ha segnato 3 reti nella serie A 2010/11, tutte nei 15’ finali di gara: Mudingayi contro la Lazio, due volte Di Vaio contro la Roma.
Sfida tra due delle cinque squadre ancora mai vittoriose nella serie A 2010/11: Bologna-Udinese è sfida tra due delle cinque squadre ancora senza vittorie nella serie A 2010/11: come emiliani e friulani troviamo Palermo, Roma e Fiorentina.
Un solo successo esterno per l’Udinese nelle ultime 21 trasferte di serie A.
L’Udinese ha vinto solo una delle ultime 21 trasferte disputate in serie A: è accaduto l’11 aprile scorso, quando si impose per 2-0 in casa del Livorno. Nelle altre 20 partite prese in esame lo score esterno friulano è stato di 7 pareggi e 13 sconfitte.
Udinese a 0 dopo 3 giornate: non succedeva da 50 anni; mai 4 k.o. nelle prime 4: L’Udinese non partiva così male in serie A dalla stagione 1960/61 quando venne sconfitta, nell’ordine: 0-1 in casa contro la Juventus, 1-6 a Roma contro i giallorossi e 0-6 in casa contro l’Inter. Il primo risultato utile per i bianconeri fu ottenuto alla 4° giornata : vittoria interna per 2-0 contro la Lazio. I bianconeri riuscirono comunque a salvarsi, chiudendo il torneo al 14° posto, avendo vinto un girone di spareggi salvezza con Bari e Lecco. Se anche stasera i friulani dovessero perdere, sarebbe un inedito in serie A per loro: mai 0 punti nei primi 4 incontri disputati.

Malesani, con lui, non ha nemmeno bisogno di scomodare l’italiano: “Ci parliamo in dialetto e facciamo prima”. Veronese di San Michele Extra, quartiere di Verona, il tecnico; veronese di Isola della Scala, Meggiorini. Venti chilometri in linea d’aria nella Bassa veronese per poi ritrovarsi insieme protagonisti questa sera nella notte del Dall’Ara. Debuttante Malesani, che gioca la sua prima partita davanti al suo nuovo pubblico, e debuttante Meggiorini, che oggi (se la spunterà nel ballottaggio con Siligardi) avrà la sua prima maglia da titolare in rossoblu. Fin qui il “Meggio” si è dovuto accontentare di tre ritagli di partita, complice una pubalgia canaglia che non lo molla dai giorni di Bari.

“Ma da due settimane non ha più fastidio”, diceva ieri Malesani: ergo, si direbbe pronto. Anche perché la coperta là davanti è corta e con Paponi ko e il transfer per Gavilan che non arriva, Malesani deve fare di necessità virtù. Occasione da cogliere al volo per il venticinquenne ex attaccante del Bari, che si è guadagnato una chance sul prato dell’Olimpico quando al novantesimo ha trasformato il lancio in profondità di Mudingayi nell’oro puro di un assist al bacio, che Di Vaio ha convertito nel gol del 2-2. Galoppata, assist per il compagno e zampata vincente di chi gli gioca accanto: chiamatelo “schema Meggiorini”. “Il mio limite principale – ammette il diretto interessato – forse è proprio la generosità.

Mi adeguo sempre al modo di giocare del mio compagno d’attacco, corro tanto per la squadra e se c’è da privilegiare una giocata meglio l’assist che il gol. Ma faticando tanto arrivo stanco davanti alla porta e non ho la lucidità necessaria per segnare”. Lo scorso anno, al primo impatto con la serie A, alla corte di Ventura ha realizzato 5 reti. “Ma non vi dico quante ne ho sbagliate”, confessava candidamente in ritiro.

Qui non ha ancora avuto modo di squadernare pregi e difetti, ma la sua galoppata decisiva sulla fascia destra di domenica all’Olimpico dice già molto di quello che Meggiorini in questa stagione potrà fare al servizio di Di Vaio. Lui che sa guidare con la stessa naturalezza un trattore (“sono cresciuto in mezzo ai campi, a contatto con la terra e gli animali”) e una moto da cross (è un grande fan di Nicky Hayden, il centauro statunitense della Moto Gp), stasera proverà a convincere i bolognesi che sono stati ben spesi i 2,5 milioni che il club rossoblu ha versato nelle casse del Genoa per acquistare la metà del suo cartellino. Ieri, nella rifinitura a porte chiuse di Casteldebole, Malesani lo ha alternato con Gimenez sulle due fasce d’attacco a supporto della stella polare Di Vaio.

Sarà così anche stasera, perché scambiarsi di posizione aiuta a non dare punti di riferimento alla difesa avversaria. Se la pubalgia va in letargo, il Bologna ha trovato un attaccante sul quale costruire il suo futuro. Anche perché si stancherà prima la pubalgia di mordere che Meggiorini di correre.

Abbandonate ogni speranza, o voi che vorreste passare da centrocampo. Suona più o meno così l’avviso che esprimono gli sguardi da duri di Gaby Mudingayi e Diego Perez: sono bastate due partite, al congolese naturalizzato belga e all’uruguagio, per trovare l’amalgama e diventare un doppio incubo ricorrente per ogni avversario che passa dal settore centrale del campo. Ne dribbli con enorme fatica uno ed ecco che ti si fa sotto l’altro: ancora più grosso, ancora più pericoloso. Tempi duri, per i mediani che giocano contro il Bologna. Una cerniera? No, riduttivo. Una diga? Ecco, forse. Ma serve qualcosa di più. Flashback di qualche giorno. Casteldebole, uno dei primi allenamenti dell’uruguagio, applauditissimo. Arriva in smanicato bianco, sembra un tre quarti del rugby. E arriva abbracciato a quello che sarà un compagno di mille battaglie, proprio Mudingayi, con cui ha fatto subito amicizia. I due, abbracciati, fanno ombra. Sembrano quasi tre. Un tifoso li guarda, imponenti come pochi, si lascia sfuggire il classico intercalare bolognese, poi si domanda: “Ma cos’è? E’ arrivato un muro?”. Perez, che l’italiano lo mastica già dai tempi di Montecarlo, alza lo sguardo e fa: “Puoi dirlo forte”. Ecco, auguri. Ci ha messo poco ad ambientarsi, ci ha messo ancora meno a farsi amare dopo quasi due mesi di tira e molla estivo. Anzi, ha pure imparato lo slang. “Fare gol? Non so, però io e Gaby di sicuro lì in mezzo faremo della bella legna”, ha detto ad alcuni tifosi durante una cena. Capito l’antifona? Che poi, la partita di Roma ha portato anche liete sorprese sui due mediani rossoblu. Perché se da una parte tutti, Di Vaio per primo, sapevano che “con quei due in mezzo potremmo giocare anche col 4-2-4”, dall’altra Roma-Bologna ha mostrato un Diego Perez dotato di un buon piede (suo il lancio da 50 metri per l’1-2 di Di Vaio) e di una conclusione da fuori non solo potente ma anche abbastanza precisa, con due tiri di destro da fuori area che hanno pelato i pali della porta di Julio Sergio, e un Gaby Mudingayi sempre più preciso quando si tratta di verticalizzare, un’azione per tutte quella del 2-2 di Di Vaio partita dal suo piede. Ottime notizie per Malesani, che di volta in volta cercherà l’elemento giusto da affiancare ai suoi due carri armati in mediana (con un occhio ai cartellini: siamo già a due per Mudingayi e uno per Perez, anche se quest’anno a centrocampo c’è abbondanza): in questo momento il tecnico ha fuori Ekdal, il giocatore che può fare sia il regista che la mezzala, e sta vivendo in queste ore il rientro di Krhin, giocatore che tanto piaceva a Mourinho e che si sposerebbe bene con Mudingayi e Perez. Intanto ha provato Radovanovic – ordinato e compassato nella sua prima recita da regista – e ha trovato una variante più che interessante nel Casarini convinto e migliorato di questa stagione, anche a Roma capace di svolgere un lavoro diverso rispetto a Mudingayi e Perez, accorciando e allungando la squadra secondo necessità. Stasera toccherà probabilmente al ragazzo carpigiano: provate voi ad aver paura di qualcosa con quei due che vi difendono.