Brasile-Germania, “humilhacao historica”. “Scolari, all’inferno vacci tu”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2014 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA
Brasile-Germania, "humilhacao historica", vergogna nel paese del futbol

Brasile-Germania, “humilhacao historica”, vergogna nel paese del futbol

ROMA – Brasile-Germania, “humilhacao historica”, vergogna nel paese del futebol. Dal Maracanazo al Mineiraço, l’onta della “humilhação histórica” (Estadao.com), la “vergonha no pais do futebol” (O Dia) si è risolta per fortuna in pianti a dirotto, qualche pestaggio fra tifosi ubriachi di birra e di dolore, piccoli focolai di rivolta in qualche favelas (a Recife per esempio) ma non in veri suicidi di tifosi come nel 1950.

“Felipao, ora all’inferno vacci tu”, così O Dia dileggia il ct Scolari, incauto una settimana fa nel suo sprezzante modo di dividere sostenitori e critici (“Chi non mi apprezza vada all’Inferno”). Il suicidio sportivo, nella notte di Triste Horizonte, il lutto nazionale di 200milioni di torcedores è invece ancora tutto da elaborare. “Vinceremo il sesto titolo in Russia” ha twittato Pelè, quello che 8 anni dopo la finale persa con l’Uruguay in casa restituì (a soli 18 anni) la gioia e la fede che il dio del pallone è brasiliano: forse gli crederanno, certo lui è distratto da guai al momento perfino più seri (l’altro ieri hano arrestato di nuovo per droga il figlio Edinho).

Non ascolteranno, invece, la presidente Dilma Santos, la pasionaria che combatté i generali, andò in carcere prima di diventare la prima donna alla guida del paese e che ai brasiliani fa l’effetto di una macumba al contrario: “Brasile, rialzati, togliti di dosso la polvere e torna in alto”, ha dichiarato, dopo aver twittato, anche lei, tutto il suo “immenso dispiacere” (e pensare che l’effetto Mondiali le aveva regalato insperati sondaggi positivi, ora consegnerà a uno straniero la Coppa). Mick Jagger, allo stadio con Lucas, il figlio avuto con la modella brasiliana Luciana Gimenez, ha ricevuto alla fine l’attestato ufficiale di “porta sfiga” per eccellenza.

Il vecchio capitano Cafù, ultima icona sorridente di una seleção che sapeva ancora vincere, l’hanno sbattuto fuori dagli spogliatoi del Minerao nemmeno fosse uno sconosciuto a caccia di autografi. E’ stato allontanato dal presidente della Federcalcio brasiliana (Cbf), Josè Maria Marin. ”Non volevo certo criticare qualcuno, pensavo solo che i giocatori avessero bisogno di un po’ di conforto. Sono rimasto sorpreso quando mi hanno quasi spinto fuori dopo che Marin ha detto che non voleva estranei”, ha detto l’ex pendolino di Roma e Milan.

Oggi tutti piangono, del resto i giocatori non fanno altro dall’inizio del Mondiale: dopo il Cile Scolari convocò la psicologa di fiducia (e i giornali titolavano “un pianto” ma riferiti crudeli a un gioco nemmeno lontano parente del Brasile che fu). A volerli vedere, gli indizi della disfatta c’erano tutti: possibile che in tutto il Brasile non esista un attaccante più forte di Fred? Ma il massacro no. Che imbarazza perfino i sin troppo volitivi tedeschi (la dismisura di vincere così largamente prima o poi si paga).

E’ riassunto in tre parole il sollievo con cui è stato accolto il goal del Brasile da molti tifosi, ieri sera, in Germania: ”Gott sei dank!”. In italiano significa ‘Grazie a Dio’, ed è quello che ha esclamato il telecronista che ha accompagnato la visione della partita sulla ZDF, emittente tv statale tedesca, quando finalmente il Brasile, dopo averne presi sette, è riuscito finalmente a far gol. Il senso del pudore ha prevalso sulla gioia sfrenata da chi l’ha raccontata: durante il tg andato in onda fra il primo e il secondo tempo, di fronte al reportage della cocente delusione dei tifosi brasiliani, il conduttore ha commentato: ”Ci si augurerebbe quasi che nel secondo tempo succeda qualcosa per mitigare tutto questo dolore”. Ennesima lezione. Massacrante.