Calcio, è primavera la stagione del… biscotto. Quelle partite dai risultati sospetti

Pubblicato il 4 Aprile 2011 - 18:43| Aggiornato il 8 Giugno 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nel calcio italiano, si sa, la primavera è la stagione dei biscotti. Detto in modo più “corretto” è la stagione dei risultati scontati che, guarda caso, si verificano. Da qui a dire che ci sia combine ce ne corre. Il punto è che la situazione è persino peggiore: l’accordo non serve, le cose vanno esattamente come devono andare per una sorta di “necessità” hegeliana.

In questo week end, tra tutte le partite, ce n’erano due che, per chiunque abbia scommesso una decina di volte nella sua vita, erano fisse obbligatorie: il segno uno di Brescia-Bologna e il segno X di Chievo-Sampdoria. Partite puntualmente finite come da copione e partite, come scrive La Repubblica in un pezzo a firma di Maurizio Crosetti, caratterizzate da “un flusso anomalo” di scommesse.

Significa semplicemente che tanti scommettitori sanno come funziona il pallone e fino a che Snai e altre non sospendono le quotazioni, giocano le partite dal risultato “sicuro”.

Crosetti cita un colloquio avuto con un allenatore di Serie A cinque giorni prima delle partite: “Il Brescia vincerà di sicuro, e il Bologna già salvo lo lascerà vincere. Tra Chievo e Samp, potrebbe accadere qualcosa nella prima mezz’ora, quando forse – e sottolineo forse – una delle due, cioè più che altro il Chievo, potrebbe anche provare a vincere. Passato quel tempo, se si sarà ancora sullo zero a zero nessuno si dannerà l’anima, e la Samp tornerà a Genova con il suo amato punticino”.

Non significa combine, sia chiaro. Significa calcoli, e impegno “misurato”, cose che con lo sport, in teoria, non dovrebbero avere nulla a che fare.  Abitudine talmente consolidata che quando non succede esattamente quanto previsto finisce a botte. Tornando a domenica basti pensare a Parma-Bari coi pugliesi che vincono 2-1 nel recupero e vengono rimproverati (anche qualcosa di più) nel sottopassaggio che porta agli spogliatoi. Cosa è successo? Succede che il Bari, già virtualmente in B, è condannato dalla prassi del nostro calcio al ruolo di agnello sacrificale: qualche settimana fa si era lamentato Cassano (i pugliesi erano stati così “insolenti” da fare 1-1 in casa del Milan), ieri è toccato al Parma.

“Ma come – avranno pensato tanti addetti ai lavori e tanti scommettitori – non si scansano? Che insolenti!”.