Calcio scommesse, Joelson inguaia il Grosseto: “Il presidente sapeva di combine”

GROSSETO – Sembrava finita con un patteggiamento favorevole: appena sei punti di penalizzazione al fronte di otto presunti illeciti. Invece, per il Grosseto, potrebbe non essere così: tira aria di un altro processo sportivo e sul club toscano si addensano persino le nubi della responsabilità diretta.

A chiamare direttamente in causa la società è l’attaccante Joelson secondo il quale, della presunta combine di Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010, sarebbe stato informato e forse persino coinvolto il presidente del club Piero Camilli.

Nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Guido Salvini, riferendosi al direttore sportivo Andrea Iaconi, Joelson spiega: “Mi disse che per realizzare questo progetto voleva l’assenso del presidente Camilli. La mattina dopo — prosegue Joelson — l’assenso era arrivato. Ci fece trovare la macchina dell’hotel e guidando io raggiungemmo l’autogrill dove incontrammo Dacosta con altri due giocatori dell’Ancona. Non so con esattezza chi abbia preso l’appuntamento, di certo non io, forse Turati. Iniziai a parlare con Da Costa e gli riferii quanto mi era stato chiesto di fare e cioè, se ci avessero lasciato vincere sarebbe stato loro corrisposta la somma di 30mila euro”. Joelson, sempre nell’interrogatorio “scagiona” Da Costa che rispose, a suo dire, con un “secco no” alla proposta di combine. La gara, poi, finì 1-1.

Lo scenario, insomma, per il Grosseto non è dei migliori. Già il patteggiamento con 6 punti aveva destato qualche perplessità in Figc (troppa la differenza rispetto ai 27 punti dell’Albinoleffe). Ora, con le parole di Joelson, rischia di aprirsi un nuovo processo e se gli inquirenti dovessero trovare elementi di un coinvolgimento del presidente la responsabilità del club passerebbe da oggettiva a diretta. Non più penalizzazioni, quindi, ma retrocessione in una categoria inferiore. A Nocera inferiore, e non solo, sperano.

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