Calcio scommesse. Lazio-Lecce, gli ungheresi esultano “Siamo sulla cima”

Pubblicato il 28 Maggio 2012 - 21:58 OLTRE 6 MESI FA

CREMONA – Nuovi particolari sul ruolo degli "ungheresi" nell'ordinanza con cui il gip di Cremona Guido Salvini ha disposto i nuovi arresti nell'ambito dell'inchiesta Last Bet. Nell'ordinanza è riassunto il contenuto di una rogatoria dall'Ungheria che delinea il ruolo avuto dagli scommettitori ungheresi (che avevano in parte rimpiazzato gli 'zingari') nella presunta combine di Lazio-Lecce.

E' in particolare Gabor Horvath, calciatore già arrestato per manipolazione di partite nel suo Paese a descrivere la vicenda.

''Horvath ha narrato – spiega il gip – che un pomeriggio domenicale del maggio 2011 si trovava proprio a casa di Kenesei Zoltan insieme a Lazar Matyas e ad altri. Zoltan era entusiasta perché 'erano arrivati sulla cima' e aveva spiegato che 'l'organizzazione sotto la guida del Boss (il singaporiano Dan, ndr) aveva manipolato una partita italiana di serie A''.

''Si trattava di Lazio-Lecce – riassume il giudice – e per l'occasione i complici Borgulya e Schultz si trovavano in Italia e loro compito era 'far arrivare i soldi ai giocatori del Lecce e, secondo il loro racconto erano 600.000 euro''.

Per Horvat, ''il Boss aveva scommesso 2 milioni di euro su quella partita nelle agenzie di scommesse asiatiche puntando sulla messa a segno di più di quattro gol. Effettivamente, come ricordava Horvath il risultato del primo tempo era stato già 2-2 e poi ''dopo l'intervallo sono capitati subito un rigore ed un'espulsione nella squadra del Lecce. Il rigore è stato segnato, così la Lazio vinceva 3-2, così il risultato della scommessa era già fatto''.

''Horvath – prosegue Salvini – ha aggiunto che durante la partita, in attesa del risultato sperato, Zoltan si teneva in contatto telefonico con Borgulya e Schultz in Italia e nel contempo parlava tramite skype con il Boss. Con questi aveva concordato che i giocatori del Lecce si erano meritati 100.000 euro in più che in seguito erano stati loro effettivamente portati''.

''Comunque – secondo il racconto di Horvat – i giocatori di entrambe le squadre erano coinvolti nella manipolazione. Metà dei soldi necessari per la corruzione proveniva dal Boss e metà dagli ungheresi. In seguito Horvath aveva parlato con Borgulya e Schultz, tornati dall'Italia, del buon risultato della loro missione''.