Calcio, Torino. Ultras infuriati, dura contestazione a Cairo. Lui: “Ma è la squadra più forte che ho mai avuto…”

Pubblicato il 1 Settembre 2010 - 19:30 OLTRE 6 MESI FA

Urbano Cairo, presidente contestato del Torino

Forte tensione, oggi pomeriggio, al centro Sisport di Torino durante l’allenamento della squadra granata.

Una trentina di tifosi ha contestato duramente il presidente, Urbano Cairo, tornato oggi a fianco della squadra oggi dopo oltre due mesi di assenza, e il direttore sportivo Gianluca Petrachi.

Cairo, seduto in panchina, non ha risposto agli insulti, mentre il leccese Petrachi, bollato dagli ultrà come ”mafioso”, ha ribattuto dicendo: ”Io faccio soltanto il mio lavoro”.

Dopo dieci minuti, la situazione ètornata tranquilla. L’ambiente attorno al Toro resta comunque bollente: nella notte di lunedì era stato lanciato un ordigno contro la sede della società granata.

Cairo era tornato al campo, dopo un lungo periodo di assenza (compreso, quindi, il ritiro), per seguire la squadra e presentare gli ultimi nuovi acquisti, Rubinho, De Feudis e Scaglia. Non appariva in un’occasione ufficiale da metà giugno, dal giorno della presentazione del nuovo tecnico, Franco Lerda.

E ha rilanciato, criticando chi lo contesta. ”Da giugno a oggi, le ambizioni non sono cambiate – ha detto -. Se guardo la rosa che abbiamo, ruolo per ruolo, è la più forte squadra che ho avuto da quando sono presidente. Un organico cosi’ non l’ho mai avuto, nè in B, nè in A. Gli obiettivi quindi sono totalmente riconfermati”.

Tradotto: la promozione. ”Lo dico perchè ci credo – ha proseguito Cairo -. Chiedo la serie A, ma allo stesso tempo è giusto oggi avere pazienza, affinchè la squadra inizi a girare. Con l’organico che ha Lerda, l’obiettivo è la promozione. Certo, il campionato è lungo e difficile e non siamo soli: Atalanta e Siena sono molto forti, poi ci sono anche Sassuolo, Livorno e magari qualche outsider. Comunque, conta ciò che faremo da oggi in poi, non quello che è stato finora”.

Il momento non è certamente dei più facili anche dal punto di vista ambientale, prova ne è l’ordigno lanciato contro la sede e la dura contestazione odierna. ”Sono dispiaciuto se ci sono dei tifosi scontenti – ha commentato Cairo -, ma non so se chi butta le bombe rappresenta il popolo del Toro. E’ una cosa incivile, che non sta nè in cielo nè in terra. Se ci sono risultati che non arrivano, si lavora per migliorarli. Per questo motivo non ho venduto, come promesso, i giocatori migliori: per Bianchi e Ogbonna ho rifiutato offerte anche molto rilevanti in questi ultimi giorni di mercato”.

Il presidente tiene poi a precisare il suo impegno economico nella società . ”A febbraio ho messo in vendita la società , – ha detto – ma non ho avuto manifestazioni di interesse. Mi si accusa di non mettere soldi miei? Per fare andare avanti il Toro in questa stagione, sborserò di tasca mia 14,8 milioni di euro, 1,25 milioni al mese, cifra che si aggiunge ai ricavi che realizziamo. Se non lo facessi, il Toro dove andrebbe a finire? Non mi sono disamorato, anzi sono impegnato come e più di prima”.

Petrachi ha riportato l’obiettivo sul campo. ”A Cittadella – ha sottolineato – non ho visto lo spirito di un anno fa, mancava cattiveria. E’ vero che siamo in ritardo rispetto alle concorrenti: ora pero’ dobbiamo diventare una squadra e vincere anche senza essere belli”. A cominciare da sabato sera con il Crotone.