Calciomercato Lazio: Biava saluta tifosi Genoa

Pubblicato il 2 Febbraio 2010 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA

Biava alla Lazio

Un punto di riferimento, una garanzia di serietà ed impegno, la dimostrazione pratica di ciò che significa mettere il cuore in ciò che si fa.

Quando si parla di certe persone, ed il calciatore viene in secondo piano, il tempo perde qualsiasi significato:

sembra che siano qui da sempre e che per sempre debbano restarci. Ed invece, a volte, la realtà ti mette di fronte ai fatti.

Che inizialmente stenti ad accettare. Beppe Biava era al Genoa appena da un anno e mezzo ma nell’immaginario collettivo faceva già parte della vecchia guardia.

Una fiducia conquistata a tempo di record, con comportamenti impeccabili, modi gentili e grande ardore agonistico. Un giocatore da Genoa. Che da domani militerà nella Lazio.

In esclusiva per Pianetagenoa1893.net, il forte difensore ripercorre tutta la propria avventura in rossoblù.

Beppe, da quando si è appresa la notizia della tua partenza, in redazione sono piovute mail ed sms di ringraziamento per tutto quello che hai fatto al Genoa e di grande dispiacere per l’esito della vicenda. Al di là della tua carriera, che ti auguriamo ricca di soddisfazione, sei a tutti gli effetti uno dei nostri…

«Vi ringrazio di cuore a tutti quanti, dai miei compagni al mister alla società fino ad arrivare alla tifoseria, che mi ha sempre trattato benissimo trasmettendomi calore ed affetto. Peccato, è stata una cessione inaspettata, credevo di poter restare a lungo».

Quali sono i ricordi più belli che conservi della tua avventura al Grifone?

«Difficile menzionarli tutti, sono davvero troppi. La scorsa, ad esempio, è stata una stagione straordinaria sotto tutti i punti di vista, coronata con il quarto posto e la qualificazione in Europa League.

Non potrò mai dimenticare, inoltre, i tre derby vinti ed il primo gol segnato con questa maglia. Speciali, inoltre, le sensazioni vissute in campo internazionale. Sarebbe stato bello restare qui almeno fino a giugno».

La tua mancanza rischierà di farsi sentire parecchio, nonostante i numerosi elementi di valore che vanta l’organico rossoblù.

«Nel mio ruolo ci sono ragazzi giovani di qualità che hanno solo tanto bisogno di giocare. Mi riferisco soprattutto a Sokratis e Tomovic a cui non mancano certo le qualità.

Il greco ha sempre sfruttato bene tutte le chance che gli sono state concesse e non vedo perché non possa fare altrettanto il giocatore serbo.

Giocare a fianco di Dario Dainelli, inoltre, è molto facile, e chiunque verrà impiegato al posto del sottoscritto sarà messo in condizione di fare bella figura».

Che ambiente lasci?

«Sano, unito e volenteroso. Tutti i giocatori in forza al Genoa sono degli ottimi ragazzi e, senza mancare di rispetto a nessuno, finchè ci saranno Rossi, Milanetto e Scarpi questo gruppo sarà la vera forza del Genoa».

Quando hai saputo di lasciare il Genoa?

«Il giorno prima della partita di Napoli ho iniziato a sentire qualcosa ma tutto si è concretizzato lunedì pomeriggio.

Fino all’ultimo ho sperato di poter rimanere, anche perché erano già stati allacciati contatti per il mio rinnovo, e, quando ho saputo che il trasferimento era ormai cosa fatta mi sono incavolato parecchio.

Il presidente Preziosi, poi, con una telefonata molto sentita, mi ha spiegato i motivi della decisione e mi ha tirato su di morale.

Sotto il profilo contrattuale non posso proprio lamentarmi ma qui sarei rimasto anche a costo di guadagnare un po’ meno.

Riconosco al presidente di aver fatto tutto il possibile affinchè venissi accontentato dalla mia nuova società. Lo ringrazio davvero per avermi portato al Genoa e per il modo con cui mi ha sempre trattato».

Hai vissuto qua solo un anno e mezzo ma si può dire che resterai almeno un po’ genoano?

«Certo, è stato solo un anno e mezzo, ma intensissimo sia sotto il profilo sportivo che umano. Il Genoa mi resterà sempre nel cuore e continuerò a seguirlo con passione e grande affetto.

Auguro le migliori soddisfazioni ai miei compagni, anche se devo ammetterle che faccio molta fatica a pronunciare la parola ex…».

Claudio Baffico

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