Calciomercato Roma: Bosingwa, Bradley, Jung, Juan verso l’Inter, le trattative

Pubblicato il 8 Luglio 2012 - 11:02 OLTRE 6 MESI FA

CALCIOMERCATO ROMA –   Resta l’interesse della Roma  per il campione portoghese del Chelsea Jose’ Bosingwa, che si e’ appena svincolato dal club campione in carica della Champions League.

Al momento, pero’, non risultano offerte ufficiali da parte del duo Baldini-Sabatini. Quasi scontato, invece, l’arrivo nella Capitale di Michael Bradley, centrocampista proveniente dal Chievo Verona e a lungo inseguito anche dal Palermo di Giuseppe Sannino.

Come contropartita potrebbero arrivare a Verona sia Stoian che Greco. Anche Sorrentino potrebbe lasciare la citta’ scaligera, per piazzarsi fra i pali della porta del Bologna. Un altro ‘movimento’ in casa Roma riguarda Andrea Bertolacci, che sarebbe sul punto di trasferirsi (in comproprieta’) a Genova, sponda rossoblu’.

La Roma sta seguendo anche con interessa il terzino dell’E.Francoforte Jung. Si tratta di un calciatore che fino a questo momento ha giocato 72 partite in Bundesliga e realizzato 2 gol. Non è molto freddo sotto porta ma sà fornire molti assist ai compagni di squadra.

La Roma lavora anche nel calciomercato in uscita. Juan potrebbe andare all’Inter e prendere il posto di Lucio che è andato alla Juventus di Antonio Conte.

Arrivare prima degli avversari sul pallone per arrivare prima anche in classifica. Zdenek Zeman, in ritiro con la sua Roma da un paio di giorni a Riscone di Brunico per preparare la nuova stagione, non ha dubbi.

“Siamo qui per lavorare e quando arriveranno gli impegni ufficiali saremo tutti a posto”. Grazie a un ricco menu’ che prevede inizialmente per Totti e compagni tanta corsa, sacchi pieni d’acqua da caricarsi sulle spalle e i famigerati gradoni. Nessun mistero quindi che molti siano gia’ con la lingua di fuori.

“Ma ci stiamo preparando quindi e’ normale che si fatichi – ha spiegato il tecnico boemo – se andavamo alla Valtur era diverso”. Il tempo delle vacanze e’ ufficialmente finito.    E domani ci sara’ gia’ la prima uscita in amichevole contro una rappresentativa dell’Altro Adige.

“Di calcio in questi giorni non abbiamo ancora parlato con la squadra – ha pero’ voluto sottolineare Zeman – voglio vedere i giocatori come si comportano senza guida. Non chiedo niente, solo di vedere cosa fanno da soli, tenendo conto anche del fatto che ora sono appesantiti”.

Sulle gambe, infatti, comincia a sentirsi la fatica derivata dalle doppie sedute d’allenamento, caratterizzate da chilometri e chilometri di corsa, che ogni giorno Zeman impone ai suoi ragazzi. Anche se, a detta del boemo, non si tratta poi di nulla di cosi’ speciale: “Chi mi sta impressionando? Nessuno, anche perche’ per ora stiamo facendo lunghe passeggiate nei boschi… Si descrive come un lavoro duro ma per me sono sciocchezze”.

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Che pero’ serviranno nel corso della stagione per andare a ritmi doppi rispetto agli avversari:

“La preparazione e’ la base per costruire il lavoro durante l’anno – ha ricordato ‘Zdengo’ – Le partite durano 90-95 minuti, di cui 55-60 puliti. I giocatori bravi tengono palla 3 minuti sul piede, gli altri 52 o 57 cosa fanno? Il calcio e’ uno sport di movimento, non si gioca a scacchi, si deve arrivare prima degli altri e recuperare, quindi servono corsa e resistenza. A stoppare la palla e a darle un calcio sono capaci tutti, il problema sono ritmi e movimenti giusti”.

Elementi indispensabili per innescare al massimo la giostra Zemanlandia.    “L’obiettivo e’ competere – ha quindi confessato Zeman – Questo significa giocarsela con gli altri per fare risultato, a prescindere se si chiamano Inter, Juventus, Milan o Pescara. Favoriti? Il campionato inizia con zero punti per tutti, con zero gol fatti e subiti. Poi si deve costruire partita su partita. L’affetto dei tifosi lo sento, ma saro’ piu’ contento se faranno lo stesso a fine stagione. Ci saranno gioie e dolori per tutti, spero piu’ gioie che dolori”. Ma comunque sia Zeman non si tirera’ indietro:

“Io mi sento un allenatore, faccio questo mestiere da tanto tempo, sono a disposizione della societa’ per cercare di migliorare la squadra. Questo e’ il mio compito ed e’ normale che le responsabilita’ ricadano sull’allenatore, io sono pronto a prendermele”.

Cosi’ come e’ pronto a riaffidare le chiavi della Roma al suo capitano:

“Con Totti siamo stati insieme sul campo 13 anni fa, quindi l’ho visto crescere. Magari fisicamente non sara’ piu’ quello di una volta, ma per me Totti e’ sempre Totti come calciatore – le parole di stima del boemo verso il numero 10 – Lo utilizzero’ dove penso possa servire di piu’ alla squadra. Gerarchie tra giocatori? Vanno create sul campo, io faccio gli interessi della Roma”.    Ecco perche’ e’ in attesa di novita’ dal mercato:

“Se mi aspetto un top player? Questa e’ una definizione inventata per i calciatori che costano tanto, ma per me il problema non e’ quanto costa un giocatore ma quanto puo’ dare”. “Magari dei giocatori che quest’anno valgono poco l’anno prossimo valgono il triplo o il quadruplo – ha evidenziato Zeman – Il campione e’ quello che puo’ far la differenza in campo e nello spogliatoio, nella gestione della squadra, e non e’ detto che la faccia chi costa 20 milioni di piu, può essere anche un calciatore che costa meno'”.