Calciomercato Roma, Sensi-Unicredit: accordo o arbitrato?

Pubblicato il 5 Luglio 2010 - 08:07 OLTRE 6 MESI FA

Rosella Sensi

Lunedì 5 luglio è una data che rischia di rimanere impressa nella mente dei tifosi giallorossi.

Dopo 17 anni, da domani la Roma potrebbe passare di mano. La presidente Rosella Sensi deve decidere se accettare l’accordo per il passaggio a Unicredit degli asset di Italpetroli – la holding di famiglia -, tra cui la societa’ di calcio, in cambio della cancellazione del debito di 325 milioni di euro. Rinunciando a un arbitrato rischioso, i Sensi secondo indiscrezioni conserverebbero la residenza storica e altre proprieta’ immobiliari per circa 25-30 milioni. Per quindici anni il padre Franco, scomparso nel 2008, per due anni la figlia, i Sensi hanno caratterizzato un’epoca intera della storia giallorossa, tra vittorie esaltanti e sconfitte brucianti, amore e forti contrasti con i tifosi, acquisti clamorosi e ‘rossi’ di bilancio vertiginosi. Franco Sensi prese il club assieme a Massimo Mezzaroma per salvarlo dal fallimento della gestione di Giuseppe Ciarrapico e nel novembre del 1993 ne divenne unico proprietario. Un regno durato fino al 18 agosto 2008, quando il presidente mori’ ad 82 anni. Quindici anni e il punto piu’ alto nel 2001 con la conquista del terzo scudetto della Roma. Ma anche tre lustri di aspri dissidi con il Palazzo del calcio, ”lo strapotere” – come lo chiamava Sensi – di alcune societa’ del Nord (Milan e Juve), con Luciano Moggi e Adriano Galliani. Con Massimo Moratti e l’Inter nel ruolo di alleato molto tentennante. Quindici anni costellati dalle denunce di Zdenek Zeman contro il doping, ma anche dai rolex d’oro regalati agli arbitri in un goffo tentativo di limitare i danni provocati dal sistema Calciopoli, che ancora non era di dominio pubblico. Nel 2000 la quotazione della Roma in Borsa. Un rapporto contrastato anche con i tifosi, passati da striscioni come ‘Sensi senza senso’ e ‘Presidente marchijano’ (inteso come offesa) all’entusiasmo per l’acquisto di Gabriel Batistuta dalla Fiorentina e la conquista del tricolore con Fabio Capello in panchina. Memorabile la festa di popolo al Circo Massimo. Il diciottesimo presidente della storia romanista ha portato anche due Supercoppe italiane (2001 e 2007) e due Coppe Italia (2006-2007 e 2007-2008). Cinque volte la squadra e’ arrivata seconda (una a tavolino dopo Calciopoli). Nel 2008 il titolo perso all’ultima giornata con l’Inter tra mille polemiche. Trentamila persone parteciparono ai funerali di Sensi. Il Campidoglio apri’ l’aula Giulio Cesare per la camera ardente, un onore tributato solo ad Alberto Sordi e all’ex sindaco Luigi Petroselli. Al padre subentra la figlia Rosella, allora 36/enne, gia’ amministratore delegato della societa’. Diventera’ anche presidente di Italpetroli. Eredita una squadra ancora forte, ma anche un debito pesantissimo con Unicredit. Di fatto il presidente Sensi ha impegnato gran parte delle proprieta’ di famiglia per continuare a finanziare la Roma. Rosella e’ la seconda donna alla guida del club; prima di lei la moglie di Dino Viola, Flora, che ne prese le redini per un breve periodo nel ’91, alla morte del marito. Dal 2008 si inizia a parlare di cessione della Roma per ripianare i debiti, ma tra ipotesi russe, arabe e americane, fra il finanziere George Soros e l’agente Fifa Vinicio Fioranelli, non se ne fa nulla. Nel 2009 esplode la contestazione dei tifosi. All’inizio del nuovo campionato viene esonerato l’allenatore Luciano Spalletti. Arriva il romano Claudio Ranieri e la Roma contende fino all’ultima giornata lo scudetto alla super Inter di Jose’ Mourinho. Il sogno e’ svanito, restano i debiti. Difficile che la figlia di Franco Sensi ora resti come presidente di facciata.