Calciopoli, le intercettazioni su Inter-Juve e Roma-Juve del 2004-2005

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Dicembre 2013 - 08:40 OLTRE 6 MESI FA
totti racalbuto 2005

Totti e Racalbuto nel Roma-Juve del 5 marzo del 2005

ROMA – Alla vigilia del processo d’appello dell’inchiesta su Calciopoli, escono a sorpresa nuove intercettazioni. Sono due e riguardano entrambe Paolo Bergamo, ex designatore degli arbitri in quel periodo.

Una telefonata che però non mancherà di suscitare scalpore e potrebbe incidere sul verdetto, visto che sembrerebbe decadere uno dei punti forti dell’accusa, secondo cui gli arbitri che ‘sbagliavano’ a favore della Juventus non subivano poi fermati ma bensì ricevevano dei vantaggi.

Nella telefonata in questione, invece, così come riferisce TuttoSport, l’addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani, e l’arbitro Salvatore Racalbuto, parlano di Roma-Juventus disputata qualche giorno prima, il 5 marzo 2005 e terminata 2-1 a favore dei bianconeri con i due goal, di Cannavaro e Del Piero, viziati da errori della terna arbitrale (il primo segnato in posizione di fuorigioco, il secondo su rigore concesso per atterramento di Zalayeta fuori area). Arbitro del match è proprio Racalbuto, che per quegli errori viene fermato per ben 9 giornate.

Alla luce della nuova intercettazione pubblicata da Tuttosport, però, si evince proprio l’opposto. Meani, infatti, quasi ‘rimprovera’ il direttore di gara per aver favorito i bianconeri, Racalbuto invece, si giustifica così:

Racalbuto: “E’ finito, è finito tutto Leo. Lui mi ha mandato a putt… la partita, capito?”. Il lui in questione è Pisacreta, guardalinee autore di due sviste clamorose che hanno indirizzato il risultato in favore della Juventus.

La telefonata prosegue con Meani che concorda con Racalbuto sugli errori causati dal mancato sbandieramento di Pisacreta.

Racalbuto: “Ma tu non hai idea che ambiente c’era, Leo, anche quando siamo arrivati. Già c’era un muro non si riusciva a passare. Insulti, un casino pazzesco. La squadra della Roma che hanno preso a calci e pugni perché non gli sembrava il pullman della Roma… cioè l’ambiente era troppo ostile. Io sono convinto al 100% che chiunque avesse fatto questa partita sarebbe andato nei casini, chiunque andava nella merda, chiunque! Leo credimi…. Poi Pisacreta non me l’ha mandata nella merda, di più!”. Meani: “Ma che ca… ha combinato ‘sto ragazzo? Cosa gli è successo? Di solito non fa quegli errori, è uno bravo”.

E a sentire Meani e Racalbuto, poi, cadrebbe anche un altro dei pilastri dell’accusa contro Moggi e la Juventus, ossia che gli arbitri ‘amici’ sono protetti dall’attacco dei media.

Meani: “Il problema grave è che ti buttano tutte le colpe a te”. Racalbuto: “Esatto, chi gli dice niente a Pisacreta. E’ tutta colpa mia!”. Meani: “Hai sentito il Processo del Lunedì?”. Racalbuto: “No, ho cercato di staccare e non ascoltare”. Meani: “Adesso inizieranno a dirti che in Serie A non puoi più andare…”. Racalbuto: “Esatto, che c’hai un dubbio?”. Meani: “E i giornalisti ti ammazzano… Non hai visto che hanno attaccato anche me? Non hai letto?”. Meani: “Adesso non voglio fare l’uccello del malaugurio, ma a te la Serie A fino alla fine dell’anno non te la fanno più fare…”. Racalbuto: “Io torno ad arbitrare dopo Pasqua! Vedrai…”. Meani: “Anche perché la campagna mediatica è stata mostruosa, il Corriere dello Sport ti ha ammazzato… E non è colpa tua, ma tutta colpa di Pisacreta”.

Il passaggio principale, però, evidenzia una frase molto significativa. Racalbuto infatti spiega che gli errori sono stati frutto di sviste reali e che, in caso di minimo dubbio, non ci avrebbe pensato su a fischiare contro la Juventus.

Meani: “Comunque rivedendo le immagini potevi cacciare fuori Dacourt…”

Racalbuto: “Ma come facevi? Tu da dove la vedo io, da dietro vedi il giocatore che entra in scivolata e fa lo sgambetto”

Meani “Detto tra noi, anche Totti… un deficiente”

Racalbuto: “Quello che ha mandato a put… la maggior parte delle cose è lui. Era lui che a ogni intervento veniva a rompere le palle: il gol in fuori gioco, il gol in fuori gioco.. E aizzava gli altri”

Meani: “E come ha fatto (Pisacreta, ndr) a non vedere che il piede era fuori area? (si riferisce al rigore concesso alla Juventus, ndr)”

Racalbuto: “Ma guarda, in campo ero convinto al 100% che il fallo è dentro, ma convinto al 100%, non avevo il minimo dubbio. Ma secondo te se avevo il minimo dubbio davo il rigore? Secondo te se avevo il dubbio, dopo che avevo sentito che il gol era in fuorigioco? Ma stiamo scherzando? Se avevo un minino, tipo convinto al 99% per me era fuori area… Al minimo dubbio non avrei concesso il rigore”.

Con questa telefonata i legali di Moggi confidano di demolire le maggiori accuse nei confronti dell’ex direttore generale bianconero, dato che dalle intercettazioni risulta evidente che Racalbuto, accusato di aver ‘aggiustato’ quella gara, in realtà avrebbe voluto fare ben altro, senza riuscirvi. Così pare.

Inoltre, sulle pagine di Libero, viene pubblicata la telefonata tra Paolo Bergamo, ex designatore degli arbitri, che una volta parla con Franco Carraro, all’epoca presidente Figc, e una volta con Maria Grazia Fazi a proposito di Inter-Juventus del novembre del 2004.

La telefonata di Bergamo al fischietto abruzzese arriva in realtà a ridosso del match. «Non mi mettere paura prima che comincio», dice Rodomonti. È una prova importante per lui, arbitro non internazionale che non dirige la Signora dal 5maggio2002. Il designatore lo rassicura e gli preannuncia un premio: un’intervista con la «Domenica Sportiva». E poi gli dà le ultime indicazioni: «C’è una differenza tra le due squadre di quindici punti, se haiundubbio pensa più a chi è dietro piuttosto che a chi è davanti»

Agli imputati interessa far notare che il designatore stanno chiedendo di fischiare “contro” la Juve (secondo l’intercettazione) nonostante Bergamo sia stato condannato a 3 anni per aver favorito la Juve:

«Devi pensare a te stesso in questo momento », conclude Bergamo. L’ex arbitro chiude e chiama subito Maria Grazia Fazi per riferirle della telefonata: «Sono stato molto esplicito, è tutto più che chiaro». «Se deve andare male che andasse male comegli diciamo noi, enoncome dicono loro», festeggia la segretaria della Can. E chi sono «loro»? Quelli della Juve: spesso fastidiosi in passato – «quest’anno non si possono proprio lamentare», dice lei – e imprendibili. «Se stasera perdessero con l’Inter, allora si riapre: c’è la Coppa dei Campioni, gli impegni, gli infortuni», la gufata di Bergamo.