Calciopoli, Luciano Moggi: la Figc conferma la radiazione

Pubblicato il 9 Luglio 2011 - 17:41 OLTRE 6 MESI FA

Roma – La Corte di giustizia federale ha
confermato la radiazione inflitta a Luciano Moggi per le vicende
di Calciopoli. Ma l'ultima parola e' ben lontana dall'essere
scritta. Moggi si dice infatti pronto a ricorrere in tutte le
sedi, fino alla Corte europea per i diritti dell'uomo di
Strasburgo. La decisione odierna quindi non ferma la battaglia
legale dell'ex direttore generale della Juventus.
''Questa sentenza – dice uno dei suoi avvocati, Maurilio
Prioreschi – non ci meraviglia. Sono scritte prima, figlie di
norme che non consentono di difendersi''. ''La giustizia
sportiva – aggiunge il legale – giudica le persone sulla base di
sentenze rese. Ci si puo' difendere da fatti contestati e non da
sentenze. E' un mostro giuridico e ci auguriamo che prima o poi
la giustizia ordinaria spazzi via questo modo vergognoso di
operare nel settore sportivo''.
La Corte di giustizia federale ha respinto anche i ricorsi di
Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini, ma e' chiaro che la vicenda
non si ferma qua. I legali hanno gia' pronto il ricorso all'Alta
Corte di giustizia del Coni. Moggi e' stato chiaro, ricorrera'
in tutte le sedi, al Tar, al Consiglio di Stato ed anche, se
necessario, alla Corte europea per i diritti dell'uomo.
Un Moggi dunque ben piu' combattivo di quello che cinque anni
fa, dallo spogliatoio dello stadio San Nicola di Bari, davanti
alle telecamere si scioglieva in lacrime: ''Non ho piu' l'anima,
me l'hanno uccisa''. Era il 14 maggio 2006 e 'Lucianone' non
poteva festeggiare la conquista dello scudetto juventino n.29.
''Domani mi dimetto da direttore generale della Juventus –
aggiunse -. Da stasera il mondo del calcio non e' piu' il mio.
Ora mi dedichero' a difendermi da tutte le cattiverie che sono
state dette e fatte nei miei confronti''.
Calciopoli era agli albori. Ancora inimmaginabile il
terremoto che ne sarebbe seguito: scudetti cancellati,
squalifiche, penalizzazioni, retrocessioni che sconvolsero la
serie A. La bufera scoppia il 2 maggio 2006, ma i fatti
risalgono al 2004. Sono emersi dalle intercettazioni ordinate
dai Tribunali di Torino e Napoli nei confronti delle dirigenze
di Juve, Fiorentina, Lazio e Milan. Un secondo filone di
indagine coinvolge anche Reggina e Arezzo. L'accusa principale
e' di illecito sportivo, finalizzato all'aggiustamento delle
designazioni arbitrali, alla corruzione o all'intimidazione per
favorire alcune squadre, ma si parla anche di frode sportiva.
Le accuse travolgono Moggi e Giraudo, per la Juventus; i
patron di Fiorentina, Diego Della Valle, e Lazio, Claudio
Lotito; il presidente della Reggina, Pasquale Foti; l'addetto
agli arbitri per conto del Milan, Leonardo Meani. Coinvolti i
due designatori arbitrali dell'epoca, Pierluigi Pairetto e Paolo
Bergamo, oltre ad alcuni arbitri, soprattutto Massimo De Santis,
ma anche Paolo Dondarini, Paolo Bertini, Domenico Messina,
Gianluca Rocchi, Paolo Tagliavento e Pasquale Rodomonti. Tra i
principali accusati il vice Mazzini e il presidente dell'Aia,
Lanese, mentre il presidente federale Carraro, dimissionario
all'esplosione del caso, sara' del tutto prosciolto.
Nell'ottobre 2008 entra nel vivo il processo penale a Napoli
e Moggi e altri 25 imputati vengono rinviati a giudizio. Il
processo comincia il 20 gennaio 2009. Lo scorso 31 maggio i pm
Stefano Capuano e Giuseppe Narducci chiedono cinque anni e otto
mesi di reclusione per Moggi, indicato come capo e promotore di
una associazione per delinquere che avrebbe condizionato per
anni gli esiti dei campionati. Nel frattempo la difesa di Moggi
chiede e ottiene l'acquisizione di altre 74 intercettazioni in
cui parlava per l'Inter anche Giacinto Facchetti. E si riaccende
la polemica tra i nerazzurri e la Juventus, che ha chiesto la
restituzione dello scudetto 2005-'06, assegnato al club del
presidente Moratti. .