Calcioscommesse: Conte e altri 103 a processo 18 febbraio

di Silvio De Santis
Pubblicato il 20 Ottobre 2015 - 18:22 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Antonio Conte imputato al processo per il calcioscommesse che si terrà il 18 febbraio prossimo davanti al gip di Cremona Pierpaolo Beluzzi. Nell’udienza preliminare del procedimento oltre a Conte, commissario tecnico della Nazionale sono imputati altri 103. In queste ore è notificato l’avviso di fissazione dell’udienza.

Con l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare per Conte e, tra gli altri, l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, il laziale Stefano Mauri e il presidente del Siena Massimo Mezzaroma il giudice per l’udienza preliminare sottolinea “la complessità organizzativa di un processo di queste dimensioni e tipologia comporta in particolare per Uffici di piccole dimensioni come il Tribunale di Cremona”. Una complessità che “alla luce delle croniche carenze di collaboratori amministrativi” comporta “l’assoluta necessità di innovare il processo”.

Un processo che è stato interamente digitalizzato “attraverso soluzioni ad alto contenuto di tecnologia” (80 files corrispondenti a gli 80 faldoni di cui è costituita l’inchiesta) ma che richiede anche un “approccio collaborativo” delle parti”, in particolare dei difensori.

Nella richiesta di rinvio a giudizio allegata all’avviso di fissazione dell’udienza preliminare, il procuratore di Cremona Roberto di Martino spiega, in relazione all’incontro Albinoleffe-Siena (unico episodio di frode sportiva contestato al tecnico) che Conte e il vice allenatore del Siena Angelo Alessio “contribuivano all’alterazione del risultato della partita non impedendo l’evento illecito, nonostante il dovere di sorvegliare la condotta morale e sportiva dei calciatori”. Dovere dei due tecnici sarebbe stato anche quello, per la Procura di Cremona, di “mantenere una condotta conforme ai principi della lealtà, della correttezza e della probità”, nonché di “fornire esempi di disciplina e di correttezza civile e sportiva”, previsti dagli accordi collettivi in vigore all’epoca tra allenatori professionisti e società sportiva.

Altro dovere a cui Conte e Alessio sarebbero venuti meno è quello di essere “esempio di disciplina e correttezza sportiva” previsto nei confronti dei tecnici dal Regolamento del settore tecnico approvato dalla Figc il 27 luglio 2005. Per quanto riguarda Conte, infine, “la sua stessa posizione di preminenza derivante dalla sua funzione di organizzare la squadra a lui affidata, condizionandone il comportamento”, imponeva all’allora allenatore del Siena di “impedire la manipolazione della partita” mentre, secondo l’accusa, avrebbe dato il “benestare” di lasciare la vittoria all’Albinoleffe.

Secondo l’avvocato di Conte, Leonardo Cammarata, che ha escluso l’ipotesi di un patteggiamento (“Lo escludo nel modo più assoluto”), è una “forzatura” il capo d’imputazione della Procura di Cremona nella richiesta di rinvio a giudizio per il ct della Nazionale. “Si è passati da una condotta attiva contestata nell’avviso di chiusura della indagini a una condotta omissiva”, ha detto Cammarata, ricordando come in origine a Conte fosse stata anche imputata la partita Novara-Siena del 30 aprile 2001, accusa poi caduta già nell’avviso di chiusura della indagini.

“Si basava sulle dichiarazioni di Filippo Carobbio – ha detto che in quell’occasione, pur essendo il giocatore che più avrebbe potuto influire sulla partita, da Conte quasi non fu nemmeno fatto entrare in campo”. Ora la “forzatura”, rispetto ad Albinoleffe-Siena di attribuire al ct prima un “comportamento attivo” nella presunta combine e ora, invece, solo il fatto di non averla impedita.