Sabato si gioca o no? Pressione e carezze ai piedi viziati

Pubblicato il 25 Agosto 2011 - 20:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sabato si gioca o no? Se lo chiedono i tifosi che già hanno acquistato abbonamenti e biglietti per la nuova stagione. Se lo chiedono le pay tv come Sky e Mediaset che del calcio hanno fatto uno dei punti forti della propria programmazione a pagamento. Se lo chiedono anche la Lega di Serie A ed i calciatori, ma una risposta non è ancora certa.

Il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi ha dichiarato che “al momento non ci sono le condizioni perché si giochi” ed ha definito “pretestuose” le richieste della Lega A che ha deciso di respingere l’accordo del contratto collettivo, con i calciatori che chiedono ai club di pagare i 55 milioni di euro del contributo di solidarietà.

A niente è valsa la proposta di Giancarlo Abete di stanziare un fondo di 20 milioni di euro costituito con fonti interne della federazione per pagare il contributo di solidarietà che ai “piedi viziati” del calcio proprio non va giù. Una proposta che è stata ribattezzata il “fondo della vergogna”, la vergogna di tutti quei calciatori come Zlatan Ibrahimovic che di versare quei 400 mila euro per tre anni, su un compenso annuale di oltre 9 milioni di euro, proprio non ne vogliono sapere. Abete ha sottolineato che “è nostro dovere fare ogni sforzo e non arrendersi di fronte a una situazione incomprensibile. Essere ottimisti è difficile, sembra un braccio di ferro senza riferimento ai contenuti dell’accordo”.

Intanto Claudio Pasqualin, storico procuratore ed ex vicepresidente dell’Assocalciatori, ha dichiarato che “non c’e’ dubbio, il contributo straordinario di solidarietà previsto dalla manovra del governo deve essere pagato dai calciatori, sia che abbiano contratti al loro sia al netto: lo abbiamo chiarito noi avvocati del calcio, lo ha confermato il consiglio nazionale dei consulenti del lavoro”.

Pasqualin ha spiegato che “per legge, tutti i contratti devono indicare il lordo. Ma poi moltissimi accordi inseriscono la formula con la prevalenza del netto come dire, il giocatore percepisce un cento netto e alle tasse pensa per intero la società”, insomma un singolo calciatore potrebbe obiettare di non essere tenuto a pagare, “ma la società avrebbe facile gioco a sottolineare che non si tratta di un aumento dell’Irpef, ma di un contributo straordinario e con carattere di solidarietà. Ed e’ la verita’. Al momento della stipula, la ‘prevalenza del netto’ vuol dire che si tiene conto di eventuali variazioni di aliquote, non di situazioni straordinarie. E in ogni caso, di fronte a un contenzioso qualsiasi autorità civile o tributaria darebbe ragione ai club”.

Sky da parte sua lancia un accorato appello: “Non tradite la fiducia dei tifosi”. Anche se più che la fiducia tradita dei tifosi, Sky teme il tradimento dei suoi investimenti. “Non intendiamo interferire sulla trattativa in corso, ma serve responsabilità e dialogo”, ha dichiarato la tv che ha aggiunto come “Sky Italia auspica che il dibattito sul rinnovo contrattuale collettivo possa essere risolto quanto prima e che non abbia alcun riflesso sul regolare avvio del Campionato”.

Sciopero o non sciopero? Si gioca o non si gioca? Pressioni e carezze vengono fatte ai “piedi viziati” dei calciatori milionari che piangono il 5 per cento del loro reddito da versare nelle casse dello stato, in una contesto di crisi economica in cui il tifoso medio difficilmente riesce ad arrivare a fine mese, ora privato anche della possibilità di seguire la propria squadra del cuore ed i propri eroi, che di versare una tassa di solidarietà richiesta a tutti gli italiani, che dovranno stringere la cinghia, proprio non ne vogliono sapere.