Cannavaro, niente doping: era cortisone per curare la puntura di un insetto

Pubblicato il 10 Ottobre 2009 - 15:01 OLTRE 6 MESI FA
Fabio Cannavaro

Fabio Cannavaro

Il capo della Procura del Coni, Ettore Torri, ha chiesto al Tribunale nazionale antidoping l’archiviazione per il caso di Fabio Cannavaro, il capitano della Nazionale risultato positivo dopo aver presentato una richiesta di esenzione per aver assunto un farmaco a base di cortisone (era stato punto da una vespa). Torri si è riservato la possibilità di chiedere provvedimenti per altri tesserati in base all’esito di ulteriori indagini.

“Accertata la veridicità dell’episodio che ha originato l’intera vicenda (puntura d’insetto) – si legge nella motivazione della richiesta della Procura antidoping del Coni, che ha chiesto l’archiviazione ai sensi dell’art. 10.5.1. del Codice Wada -, il successivo comportamento dei medici e la mancata consegna all’atleta della raccomandata del CEFT (il Comitato per l’Esenzione ai Fini Terapeutici, ndr), si può escludere che il Cannavaro si sia reso responsabile anche solo per mera negligenza della non completezza della documentazione prodotta posto che, ai sensi dell’art. 4.6. della parte C dell’Appendice D delle Norme Sportive Antidoping vigenti, per le richieste di competenza del CEFT è responsabile della correttezza e della completezza della documentazione prodotta chi ha titolo a produrla e/o a trasmetterla al CEFT”. La Procura si riserva eventualmente di procedere a ulteriori accertamenti “nei confronti di altri soggetti tesserati della società che si siano resi responsabili di fatti disciplinarmente rilevanti”.