Serie A, Cesena: Campedelli contro gli ultrà, “sono pronto a lasciare”

Pubblicato il 21 Febbraio 2011 - 15:36 OLTRE 6 MESI FA

CESENA – ”Se verranno superati di nuovo i limiti di inciviltà io mollo tutto. A fine stagione, A o B non importa, vendo i giocatori migliori, non iscrivo la squadra e lascio le chiavi al sindaco. Si ripartirà dai dilettanti”. Igor Campedelli, presidente del Cesena, è inferocito contro gli ultrà della squadra e, nel corso di una conferenza stampa, ha minacciato di lasciare se le violenze dovessero continuare. Gli ultrà vogliono soprattutto l’esonero di Ficcadenti: domenica sera il presidente avrebbe anche pensato all’eventualità dell’esonero, ma poi ha deciso di continuare con lui.

Sabato pomeriggio quattro ultrà si sono presentati al Cesena Store, il negozio che vende i gadget bianconeri alle porte del centro, e hanno spaventato le due commesse dicendo che se il giorno successivo la squadra avesse perso a Parma e non fosse stato cacciato l’allenatore sarebbero tornati e avrebbero spaccato tutto (il fatto è stato denunciato alle forze dell’ordine). Inoltre il giorno precedente un petardo era stato lanciato contro la vetrina del negozio.

In sede poi è arrivata qualche telefonata di minacce al presidente, invitandolo a mandare via l’allenatore. Campedelli ha ancora negli occhi la contestazione del dopo gara contro l’Udinese con duemila persone che se la presero con lui, il dt Minotti e il tecnico Ficcadenti, e quella di domenica a Parma quando gli ultrà hanno contestato squadra e mister anche quando la squadra stava vincendo. I termini sono perentori, lo sguardo carico di amarezza e rabbia come non è mai stato: ”Questa non è Cesena – ha detto – questa è inciviltà pura, Cesena non è così, non voglio che per colpa di pochissimi passi questa immagine non vera della nostra città, della tradizione sportiva pulita, ammirata da tutti che ho ereditato. Ho preso la squadra da zero, sono pronto a farla tornare a zero. Sono stato un kamikaze ad acquistare il Cesena, posso fare altrettanto facendolo finire. La contestazione civile, all’interno dello stadio non ci fa paura, ci sta, fa parte dello sport. L’inciviltà invece la combatteremo in ogni modo, con le buone e le cattive. Non accetto che in Italia si pensi a Cesena per quello che non è. Vedo che sta montando una situazione preoccupante, assurda. Non permetterò ai tifosi di far passare Cesena per una realtà incivile”. Poi infuriato si è alzato e ha abbandonato la conferenza stampa.