Cessione Roma: gli americani sbarcano nella Capitale, non c’è solo Angelucci

Pubblicato il 8 Dicembre 2010 - 00:04 OLTRE 6 MESI FA

Gli americani trattano la cessione della Roma

M.Pinci, giornalista di Repubblica, analizza la situazione societaria dell’AS Roma SPA.

Mentre la Roma vola a Cluj per il match ball qualificazione agli ottavi di Champions League, nella capitale tiene banco il futuro del club. Due le piste rimaste su cui potranno atterrare i sogni dei tifosi giallorossi, due piste lontanissime fra loro. Perché se la prima porta proprio nei pressi di casa, l’altra ha una destinazione lontana, suggestiva, a stelle e strisce.

Angelucci non corre da solo: la certezza, ad oggi, è proprio questa. Perché se da una parte il gruppo Tosinvest della famiglia romana ha confermato di essere in corsa (“Non ci siamo ritirati alla corsa per la Roma calcio”, ha ribadito ieri in una nota), dall’altra non è mai venuto meno il forte interesse di un gruppo di imprenditori statunitensi di cui si sa poco o nulla, se non che spaziano dalla Est alla West coast e che hanno già maturato esperienza nel mondo dello sport professionistico. Sin qui procede la fase di “data room”, quella in cui, per intenderci, si valuta la due diligence effettuata da Deloitte, per studiare il reale valore del bene e il prezzo effettivo, per poi formulare (o meno) un’offerta. Angelucci si è affidato a Banca Imi, mentre gli americani sono seguiti dallo studio legale Tonucci. A tutti, in ogni caso, Unicredit ha chiesto un piano industriale su tre anni, che presenti garanzie di solidità, di sostenibilità e di crescita e mantenimento del club (iniezione di liquidi nelle casse in profondo rosso del club, investimenti sul mercato per rinforzare la squadra), individuando obiettivi, non soltanto sportivi, di alto livello ma verosimilmente raggiungibili. Un piano su cui gli acquirenti possono avere, ad oggi, soltanto una bozza di idea, ma che potrà essere perfezionato nel momento in cui dovesse essere accettata un’eventuale offerta vincolante. Ma la radiografia della società giallorossa non sembra aver stimolato rilanci vertiginosi e il rischio è quello di un’asta al ribasso.
Unicredit in questa fase attende, senza distogliere l’orecchio dalle voci di piazza. Perché la bilancia dei sentimenti dei tifosi giallorossi, delusi dal ritiro del fondo Aabar di Abu Dhabi (anche se qualcuno è convinto siano ancora in corsa), pende decisamente verso la speranza statunitense, sbilanciata soprattutto dallo scetticismo nei confronti di Angelucci. Che, nonostante i “rumori” di , continua a ribadire la propria ferma volontà di proseguire nell’iter. La volata in ogni caso dovrebbe  –  condizionale d’obbligo dopo mesi con poche certezze e lunghe attese  –  risolversi nell’ottica di un paio di settimane, portando Unicredit alla scelta di uno dei due soggetti come interlocutore unico per l’acquisto del club. Perché nonostante la deadline del 15 dicembre  –  indicata nella due diligence come termine per presentare le offerte vincolanti  –  sia destinata a slittare, resta viva la volontà della banca e dell’advisor Rothschild di arrivare alla scelta di un interlocutore unico entro la fine di dicembre.