Christian Vieri attacca ancora Massimo Moratti: “Intercettato come un mafioso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Novembre 2014 - 12:22 OLTRE 6 MESI FA
Christian Vieri attacca ancora Massimo Moratti: "Intercettato come un mafioso"

Christian Vieri attacca ancora Massimo Moratti: “Intercettato come un mafioso” (LaPresse)

ROMA – Christian Vieri, in una lunga intervista alla Gazzetta, torna a parlare di Massimo Moratti e delle intercettazioni ed attacca molto duramente l’ex presidente nerazzurro:

Io e il presidente ci sentivamo parecchie volte al giorno, mi faceva sentire uno di famiglia. Il nostro era un rapporto speciale. Capite bene la terribile delusione nel momento in cui è emerso che mi pedinavano e addirittura intercettavano. Cavolo, queste sono cose che si fanno coi mafiosi…“.

È davvero un peccato che sia finita in un determinato modo. Amavo l’Inter, ho dato tutto, mi sono ammazzato per la maglia nerazzurra, ogni giorno. Agli allenamenti ero il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Non mi sono mai tirato indietro e a volte ho giocato nonostante non stessi in piedi. Però, mi dicevano: vai in campo, resta lì davanti anche fermo, che per noi va bene così. E io accettavo, perché ci tenevo davvero, anche a costo di fare figure di merda… Sì, scriva così”.

Diciamo che dopo l’arrivo di Adriano le telefonate con il presidente si erano fatte meno frequenti… Ma io so come vanno le cose, in particolare nel calcio. Bastava parlarci direttamente e non avrei avuto problemi ad andarmene in buoni rapporti. C’era aria di rinnovamento e dopo sei anni era forse anche normale puntare su altri giocatori. Ma perché non vedercela fra di noi, in amicizia? Perché cercare la rottura in quel modo? Un giorno dissi: “Presidente, non ti preoccupare, se devo andarmene basta che me lo dici, non ci sono problemi”. E lui: “No, no. L’Inter siamo io e te, le colpe sono sempre nostre per gli altri, le responsabilità ce le prendiamo sempre noi due. Ti voglio al mio fianco…” . Io allora insisto, per essere sicuro: “Davvero presidente, se ci sono problemi…”. Risposta secca: “Va tutto bene!”. Altro che tutto bene quando poi vieni a scoprire di essere intercettato…”.

 “se incontrassi ora Moratti gli stringerei la mano. E lo abbraccerei anche. Lo ringrazierò comunque sempre: mi acquistò a peso d’oro dalla Lazio e mi ha permesso di vivere sei anni meravigliosi, travolto a lungo dall’amore della gente nerazzurra. Penso addirittura che mi amassero troppo. Però mi piaceva essere il loro simbolo, sentivo la pressione ma mi esaltava vederli tanto orgogliosi di me. Mi dicevano: “Con te possiamo fare la guerra a chiunque”. Era bello! Entravamo per il riscaldamento e lo stadio tremava, queste sono sensazioni che vanno oltre ogni trofeo. E solo la gente che era lì in quegli anni può capirlo. Ne ho sentite dire tante in giro, ma io non potrei mai odiare l’Inter, questo sia chiaro a tutti. È impossibile, sono stati i miei migliori anni, mi sono spaccato per quella maglia, ho segnato quasi un gol a partita, ho sofferto, gioito e provato emozioni che non ho mai più avvertito da altre parti. E tutto ciò nonostante le poche vittorie“.